One Health 20 Settembre 2024 11:54

Dengue, il primo caso autoctono in Veneto. In Italia 450 contagi accertati

Palamara (Iss): “Per facilitare una diagnosi quanto più possibile precoce, è importante raccomandare a medici e pediatri di famiglia, così come ai clinici ospedalieri, di tenere sempre in debita considerazione la possibilità che le febbri estive possano essere associate a malattie di questo tipo”

Dengue, il primo caso autoctono in Veneto. In Italia 450 contagi accertati

In Italia sono salgono 450 i casi di dengue, ma tra questi solo 25 sono autoctoni, ovvero originatisi in Italia e non in seguito a un viaggio all’estero. Nessuno dei contagi ha, fortunatamente, causato vittime. Due giorni fa è stato individuato il primo caso autoctono di Dengue dell’anno in Veneto. Stando ai dati forniti dall’Istituto Superiore di Sanità, che monitora costantemente la situazione, in altre regioni – Emilia-Romagna, Lombardia, Marche e  Toscana – sono stati già registrati focolai autoctoni della malattia nel corso di questa stagione. In Veneto è un giovane di 20 anni, residente nell’Azienda Ulss 7 Pedemontana, in provincia di Vicenza,  ad aver contratto il virus: al momento è ricoverato in ospedale ma le sue condizioni sono miglioramento.

Misure straordinarie in Veneto

È già stata attivata un’approfondita indagine epidemiologica da parte del Servizio Igiene e Sanità Pubblica dell’Ulss ed è stato attivato un monitoraggio specifico della zanzara tigre. Sono state messe in atto le azioni previste, come il sopralluogo nel raggio di 200 metri dall’abitazione per valutare, con l’Istituto  Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe), la presenza della zanzara tigre. È stata, inoltre, attivata una disinfestazione straordinaria preventiva e un’attività porta a porta nella zona interessata, per verificare se ci sono condizioni di rischio per la proliferazione della zanzara. Ad oggi, non si sono verificati in Veneto altri casi autoctoni  di febbre Dengue, Chikungunya, Zika virus, Usutu virus e febbre Oropouche. Sono stati invece confermati 131 casi autoctoni di West Nile virus, di cui 76 febbri, 41 forme neuroinvasive e 14  donatori, 21 casi autoctoni di encefalite trasmessa da zecca  (Tbe), 9 casi autoctoni di Toscana virus e 11 casi autoctoni di  Malattia di Lyme.

Tenere la guardia alta

“Tenendo conto del gran numero dei viaggi internazionali, degli spostamenti dovuti alle vacanze estive e delle temperature elevate registrate nelle scorse settimane, era attesa la possibilità di riscontrare alcuni casi di trasmissione locale di dengue in questo periodo e la gestione non sta creando criticità né dal punto di vista clinico, né della sanità pubblica – afferma Anna Teresa Palamara dirigente del Dipartimento Malattie Infettive dell’Iss -. Bisogna comunque ricordare l’importanza di prevenire la proliferazione delle zanzare tigre nelle nostre case e giardini e di proteggerci dalle punture di zanzara. Inoltre, per facilitare una diagnosi quanto più possibile precoce, è  importante raccomandare a medici e pediatri di famiglia, così come ai clinici ospedalieri, di tenere sempre in debita considerazione la possibilità che le febbri estive possano essere associate a malattie di questo tipo”.

Prevenzione e sorveglianza

Dal 1 gennaio al 17 settembre 2024, al sistema di sorveglianza nazionale risultano quindi 450 casi confermati di dengue (425  associati a viaggi all’estero e 25 casi autoctoni, con un’età  media di 40,5 anni, 48% di sesso maschile e nessun decesso). Per quanto riguarda i casi autoctoni, il 17 settembre sono stati identificati diversi eventi indipendenti di trasmissione locale del virus Dengue (Denv): 20 casi confermati, con identificazione di virus Dengue di tipo 2 (Denv-2), nella Regione Marche per i quali sono in corso indagini epidemiologiche, alcuni casi  sporadici di infezione autoctona da Denv di tipo 1, 2 e 3  segnalati in Emilia-Romagna, Lombardia, Abruzzo e Toscana. Le indagini epidemiologiche in corso, non hanno mostrato finora evidenze di collegamenti tra loro o con i casi segnalati dalla Regione Marche. Sono state attivate le misure di controllo della zanzara vettore (del genere Aedes) e di prevenzione per garantire la  sicurezza di trasfusioni e trapianti nelle aree interessate come  previsto nel Piano Nazionale delle Arbovirosi.

 

 

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