La devastante malattia dei suini che per oltre quarant’anni ha martoriato la Sardegna e che da qualche tempo sta causando grandissimi problemi in numerose regioni italiane, in Europa e in molte altre aree del mondo, non è più sull’isola
Oggi durante la riunione del Comitato PAFF (Piante, Animali, Alimenti e Mangimi) la Commissione Europea ha deciso di abrogare le ultime misure restrittive ancora in vigore in Sardegna per via della Peste suina africana, malattia presente in Sardegna da oltre 40 anni che da qualche tempo sta causando grandissimi problemi anche in Italia e in molte regioni del mondo.
“Da cittadina della Sardegna, medico veterinario, voglio esprimere un sentito ringraziamento ai colleghi medici veterinari che hanno lavorato duramente per questo storico successo, in sintonia e stretta collaborazione con le altre istituzioni, gli allevatori, i cacciatori, gli amministratori locali, le comunità, i cittadini comuni” ha commentato la Vice Presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici veterinari (Fnovi), Daniela Mulas.
“La Commissione si è espressa all’unanimità anche sull’uscita dalle zone di restrizione di alcuni territori della regione Calabria, Piemonte e Liguria – ha dichiarato Giovanni Filippini, commissario straordinario Peste Suina Africana e direttore generale della Salute animale del Ministero della Salute. “E’ una buona notizia per gli allevatori e l’applicazione delle corrette strategie dimostra come sia possibile ottenere dei risultati. Dobbiamo continuare a lavorare nelle altre zone interessate dal virus per contrastare la diffusione della peste suina africana con l’obiettivo di una completa eradicazione”.
“Un risultato davvero straordinario” anche per il ministro della Salute, Orazio Schillaci, e il ministro della Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida. “Il Governo – sottolineano – ha messo in campo il massimo impegno, anche in termini di risorse, per combattere il virus e sostenere i nostri allevatori. Oggi arriva una buona notizia per la Sardegna ma anche per il Piemonte, la Calabria e la Liguria che vedono alcuni territori uscire dalle zone di restrizione. Le misure adottate richiedono sacrifici alle aziende, a cui stiamo garantendo supporto, ma sono necessarie per salvaguardare la salute animale e scongiurare ricadute sulle attività degli allevamenti. Questi primi risultati indicano la strada da seguire, secondo la strategia messa in atto dalla struttura commissariale, che sta lavorando senza sosta anche nelle altre aree interessate dalla peste suina africana”.
Il maggiore ostacolo all’eradicazione della PSA è stata (oltre alla indisponibilità di un vaccino) la presenza di numerosi suini allevati illegalmente in alcune aree della Sardegna, che hanno rappresentato per decenni il più importante serbatoio della malattia. “Di fronte a questa situazione – ha aggiunto Mulas – i precedenti sforzi per risolvere il problema erano regolarmente falliti, e in moltissimi ritenevano l’eradicazione impossibile da realizzare. La svolta è avvenuta nel 2014, all’inizio della XV legislatura, quando il Consiglio Regionale ha approvato la proposta di legge della Giunta Pigliaru che ha istituito l’ “Unità di Progetto” (L.R. 34/2014). Questo team di esperti e di alti dirigenti del “sistema regione”, con il supporto politico della Giunta e del Consiglio, è stato il vero protagonista dell’eradicazione: nel giro di soli 4 anni ha portato alla totale scomparsa del virus “sardo” (di genotipo I) che non è stato più riscontrato dopo l’aprile 2019. Questo grazie al lavoro svolto sinergicamente da numerosi attori, istituzionali e non, che hanno concretizzato una strategia, supportata pienamente dalle autorità regionali di governo, che ha incluso non solo le attività di abbattimento di circa 6 mila suini tenuti illegalmente allo stato brado, ma anche un forte rafforzamento delle attività di controllo sanitario sui suini domestici e sui cinghiali, nonché di formazione degli operatori (allevatori, cacciatori) e di comunicazione rivolta a tutta la popolazione, affinché vi fosse il massimo consenso attorno alle misure intraprese, talvolta impopolari”.
Nonostante il Commissario Europeo Andriukaitis, nel corso della sua visita in Sardegna nel novembre 2019, avesse apertamente manifestato l’apprezzamento per il lavoro svolto dalla Sardegna e dalla Unità di Progetto, “il processo di riconoscimento dell’avvenuta eradicazione è durato purtroppo molto più a lungo di quanto auspicato. Fortunatamente, già nel 2019 il processo di eradicazione era arrivato ad un “punto di non ritorno”, e grazie ad una intensa attività di sorveglianza condotta in tutta l’isola sia nei suini domestici che nei cinghiali, la Commissione Europea è arrivata oggi a concludere che vi fossero tutti i dati e tutti gli elementi necessari per riconoscere che la PSA è stata del tutto eradicata”. – La Sardegna – ha concluso la Vicepresidente “si conferma un esempio da seguire in un difficilissimo contesto globale”.