La Presidente della Siti: “Da un solo caso, in assenza di un’adeguata copertura vaccinale, possono verificarsi dai 12 ai 20 contagi. Il rischio di un’epidemia è molto alto”
Continuano a salire i casi di morbillo: solo nei primi sei mesi dell’anno sono stati accertati 717 contagi, contro i 43 dell’intero 2023. Il trend è legato soprattutto ad un calo delle coperture vaccinali sopra ai due anni d’età e in un terzo dei casi le persone contagiate sviluppano complicanze gravi. A scattare l’ultima fotografia di una situazione così allarmante da mettere la popolazione a rischio epidemia è il Rapporto Vaccini 2022, appena pubblicato dall’Agenzia italiana del farmaco Aifa.
“Il morbillo è una patologia estremamente contagiosa – spiega la professoressa Roberta Siliquini, Presidente della Società Italiana d’Igiene, Medicina preventiva e Sanità pubblica (Siti) e professore ordinario all’Università degli studi di Torino, in un’intervista a Sanità Informazione. Da un solo caso, in assenza di un’adeguata copertura vaccinale (la raccomandazione dell’Oms prevede un raggiungimento della soglia del 95% di copertura vaccinale, ndr), possono verificarsi dai 12 ai 20 contagi. Il rischio che possa scatenarsi un’epidemia è, dunque, molto alto”.
Il morbillo, come sottolineato nel Report Aifa, è la patologia che, oltre ad essere tra le più contagiose al mondo, può causare anche gravi complicanze. L’encefalite, in particolare, può essere mortale nel 15% dei casi e nel 40% può provocare danni permanenti come ritardo mentale, epilessia, sordità. Secondo gli ultimi dati disponibili, durante i primi tre mesi del 2024 sono stati segnalati ufficialmente 56.634 casi di morbillo e quattro morti in 45 dei 53 Paesi della regione europea dell’Organizzazione mondiale della sanità. Nel 2023 i contagi censiti erano stati poco di più 61.070, e 13 i decessi, segnalati da 41 Paesi. Quanto all’Italia, nel 2023 sono stati registrati 43 casi di morbillo, ma nel 2024 si sta registrando una rapida crescita, con già 717 casi nei primi sei mesi dell’anno. Il 32,8% ha sviluppato almeno una complicanza, tra cui sono stati registrati anche 91 casi di polmonite e uno di encefalite. “Il 90% delle persone che sviluppano gravi complicanze sono non vaccinate”, aggiunge la professoressa Siliquini.
Il vaccino antimorbillo è stato inserito tra le vaccinazioni obbligatorie della prima infanzia dal 2017: “Laddove esiste una popolazione adulta non vaccinata, vaccinare i più piccoli è il modo più efficace per bloccare la circolazione del virus. Ovviamente, a tutti gli adulti non vaccinati e che non hanno sviluppato l’immunità naturale (ovvero non hanno avuto il morbillo nel corso della propria vita, ndr) è consigliato di vaccinarsi, soprattutto in virtù dell’aumento esponenziale dei casi – dice la Presidente della Siti -. Altra azione necessaria è ‘recuperare’ tutti i bambini nati dal 2017 in poi, anno in cui è subentrato l’obbligo del vaccino antimorbillo, e vaccinarli. Per evitare che i dati del prossimo anno possano essere peggiori di quelli del 2024 dobbiamo necessariamente, e al più presto, raggiungere la copertura del 95%”.
Nel nostro Paese la copertura vaccinale per il morbillo si è attestata nel 2022 al 92% della popolazione per la prima dose e all’86% per la seconda, in calo rispettivamente dell’1% e del 3% rispetto al 2018. I dati al 20 giugno 2023 – evidenzia l’Aifa – riportano una copertura del 94,4% nei bambini sotto i 24 mesi, molto vicina al 95% (nel 2014 era all’87,2%) indicata come soglia di sicurezza per raggiungere la cosiddetta immunità di gregge che non consente più al virus di circolare. Tuttavia, nelle corti successive si rilevano tassi di copertura più bassi che spiegano il perché della ripresa dei contagi.
In Italia si sono registrate in un anno 1.193 segnalazioni di sospetti eventi avversi ai vaccini contro morbillo, varicella, parotite e rosolia (Mprv), con un tasso di segnalazione pari a 114,8 per 100mila dosi somministrate. Il 14,5% delle segnalazioni (169) ha riguardato eventi gravi e l’85,5% non gravi (994). Il Report Vaccini 2022 dell’Aifa ha registrato anche un caso grave con esito fatale, in un paziente di due anni affetto da anemia microcitica con storia familiare di miocardiopatia, che dopo 14 giorni dalla somministrazione del vaccino Mprv ha manifestato vomito, diarrea, sopore, acidosi ed ipoglicemia severa. “Come riportato anche nella relazione medico-legale – precisa l’Aifa – il decesso non è correlato alla vaccinazione, ma alla condizione patologica già esistente prima della vaccinazione stessa” (polmonite diffusa bilaterale con insufficienza multiorgano terminale in soggetto affetto da cardiomiopatia ipertrofica ed alterazioni vascolari riferibili a sindrome di Marfan). “Il Report Aifa dimostra che la somministrazione dei vaccini è sottoposta ad attenta sorveglianza”, commenta la professoressa Siliquini. Ma non solo. “Ancora una volta è stato mostrato che i vaccini attualmente in uso sono sicuri e che rappresentano un’arma di prevenzione di indiscutibile valore”, conclude la Presidente della Siti.
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