Uno studio italiano mostra come: “Intervenendo già durante il ricovero, dopo l’infarto, in modo intensivo con anticorpi monoclonali inibitori di Pcsk9, abbasserebbe i livelli di Ldl fino al 70%”
Dopo un infarto, un paziente su cinque rischia un secondo episodio entro un anno. Eppure, controllare i valori del proprio colesterolo, raggiungendo i livelli raccomandati di quello Ldl, ovvero il colesterolo comunemente detto ‘cattivo’, potrebbe incidere sulla diminuzione del rischio di nuovi eventi cardiovascolari. Uno studio, pubblicato sull’European Journal of Preventive Cardiology, ha dimostrato che questi livelli possono essere abbassati immediatamente dopo l’infarto. Come? Intervenendo già durante il ricovero, dopo l’infarto, in modo intensivo con anticorpi monoclonali inibitori di Pcsk9. Questo approccio terapeutico abbasserebbe i livelli di Ldl fino al 70%. A dimostrarlo la ricerca italiana A’t Target-It’, coordinata da Pasquale Perrone Filardi, Direttore della Scuola di specializzazione in Malattie dell’Apparato Cardiovascolare, Università “Federico II” di Napoli, Presidente Sic (Società Italiana di Cardiologia). Lo studio dimostra per la prima volta nella pratica clinica una chiara correlazione: più basso è il livello di Ldl, minore è il rischio di nuovi eventi cardiovascolari, con benefici evidenti già dopo 11 mesi.
È l’approccio “colpisci presto, colpisci forte” che ha portato il 68% dei pazienti a raggiungere l’obiettivo raccomandato di LDL (55 mg/dL) già al primo controllo. “I pazienti che hanno avuto un infarto sono considerati ad altissimo rischio. Le linee guida europee raccomandano di raggiungere livelli di Ldl inferiori a 55 mg/dL, e addirittura sotto i 40 mg/dL per chi ha avuto multipli eventi cardiovascolari”, spiega Pasquale Perrone Filardi. Le malattie cardiovascolari causano 217mila decessi all’anno in Italia. Dopo un infarto, un paziente su cinque rischia un secondo episodio entro un anno, ma molti non raggiungono i livelli raccomandati di colesterolo Ldl, perdendo la possibilità di incidere sulla diminuzione del rischio di nuovi eventi cardiovascolari.
“Tutti i pazienti dopo l’infarto dovrebbero fare un controllo dopo quattro settimane di terapia anti-lipidica – continua Perrone Filardi – per verificare l’efficacia del trattamento e se i livelli di Ldl non sono ancora ottimali, è necessario modificare e ottimizzare la terapia. Gli anticorpi monoclonali inibitori di PCSK9 offrono un’importante opportunità in questo contesto e hanno dimostrato un’aderenza superiore al 90% che si mantiene nel tempo. La loro somministrazione è semplice: un’iniezione ogni 15 giorni, senza effetti collaterali significativi come le mialgie, che spesso accompagnano le statine, sebbene queste ultime rimangano una terapia di supporto”, conclude.
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