Il gruppo Donna X Donna ha condotto un’analisi sulle difficoltà e le paure più comuni delle donne, nelle principali regioni italiane, che affrontano la vita quotidiana dopo il cancro al seno
Si sentono più sole, ma non lo dicono. Sono più stanche, non si piacciono, non si guardano allo specchio, temono la ripresa della vita quotidiana, hanno problemi di umore e difficoltà nella vita di coppia. È questa l’altra faccia della medaglia della vita dopo il cancro, della vita delle donne che hanno affrontato una mastectomia, le terapie e la ricostruzione mammaria. Alla meravigliosa notizia di “avercela fatta’’ dovrebbe seguire un percorso riabilitativo fisico e psicologico che, raramente, viene proposto negli stessi ospedali dove le donne sono state seguite nelle varie fasi di cura. Finiti i follow up, i problemi non mancano. A evidenziarlo è un’analisi sulle difficoltà e le paure più comuni delle donne delle principali regioni italiane, a cura del gruppo Donna X Donna che riunisce in modo volontario oltre 100 chirurghe senologhe e plastiche, psiconcologhe, sessuologhe, fisioterapiste e radiologhe delle principali Breast Unit italiane.
“Alla scomparsa della malattia, per molte donne, seguono difficoltà crescenti e incertezze durante la convalescenza, nei mesi e negli anni a venire – spiegano le esperte di Donna X Donna -. Sintomi comuni, ma piuttosto trascurati negli ospedali spesso a corto di personale specializzato, dal fisioterapista allo psiconcologo, fino al ginecologo-sessuologo. Il ‘dopo-tumore’ porta con sé numerosi ‘effetti collaterali’, lasciati senza risposte e assistenza. A circa una donna su otto viene diagnosticato il tumore mammario e nel 25-30% delle diagnosi di carcinoma segue una mastectomia, nella metà dei casi si esegue una ricostruzione mammaria contemporanea. L’altra metà delle pazienti, invece, rinuncia, oppure rimanda l’operazione di ricostruzione, sottoponendosi ad interventi più complessi e procrastinando nel tempo il recupero della propria immagine corporea e del proprio benessere fisico e psicologico”. Alla ‘nuova me’ è dedicato il nuovo lavoro (pubblicato sul sito www.donnaxdonna.it), un’analisi capillare, di raccolta dei dubbi e delle difficoltà più comuni riferiti dalle pazienti alle specialiste del gruppo.
“Si parla spesso di prevenzione del tumore al seno, nelle Breast Unit i percorsi di cura sono delineati e partecipati – spiega Marzia Salgarello, coordinatrice del gruppo Donna x Donna e professore associato di chirurgia plastica alla Fondazione Policlinico Universitario Gemelli Irrcs di Roma -. Si dà, purtroppo, meno ascolto e indicazioni su come gestire le molteplici difficoltà quotidiane che le donne incontrano dopo il cancro. Dal momento della dimissione in poi, con questo lavoro collettivo vogliamo supportare le donne a riconquistare il proprio stile di vita e tutto ciò che si ama fare, per ritrovarsi e vivere a pieno questa nuova fase della vita”.
“Molte donne tendono a non guardarsi, a non toccarsi più dopo la mastectomia. Molte hanno difficoltà perfino nel lavarsi, nel prendere confidenza con se stesse, hanno un atteggiamento di rifiuto per moltissime ragioni psicologiche, dal fatto che si sentono ‘tradite’ dal proprio corpo, dal nuovo seno che non è esteticamente quello che avrebbero voluto, al fatto che non comunica più quelle sensazioni di piacere che valevano per molte donne prima dell’esperienza del tumore. – precisa Alessandra Graziottin, direttore del Centro di ginecologia e sessuologia medica dell’ospedale San Raffaele Resnati di Milano -. Sono urgenti interventi di recupero funzionale e psicologico da intraprendere subito dopo l’operazione e non a distanza di anni, quando ci sono”, conclude la specialista.
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