Secondo i dati dell’Oms e dell’Unicef i neonati che beneficiano, in tutto il mondo, dell’allattamento al seno sono il 48% del totale, percentuale che in Italia scende al 30%, con molte differenze tra le Regioni
L’allattamento al seno è sempre più diffuso: nell’arco degli ultimi 12 anni sono aumentate di dieci punti percentuali le donne che allattano il proprio bambino, al di sotto dei sei mesi, esclusivamente al seno. Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e dell’Unicef i neonati che ne beneficiano in tutto il mondo sono il 48% del totale. Non si può dire lo stesso dell’Italia, dove questa percentuale è molto più bassa: è pari a circa il 30%, con molte differenze tra le Regioni. Non è un caso, dunque, se per la Settimana mondiale per l’allattamento materno, che si celebra in Italia dall’1 al 7 ottobre, sia stato scelto il tema “Superare le disuguaglianze esistenti”. Tante le iniziative in programma per celebrarla, tra cui flashmob, seminari e porte aperte nei consultori.
“Il latte materno – ricorda la Società italiana di Neonatologia – è uno scudo che protegge i piccoli, non solo nei primi mesi, ma per tutto l’arco della vita, riducendo l’incidenza di malattie respiratorie, cardiovascolari e metaboliche, come asma, ipertensione e diabete. Tuttavia, secondo i dati 2022 della Sorveglianza dell’Istituto Superiore di Sanità, il 47% dei bambini di 2-3 mesi viene allattato in maniera esclusiva, ma si va dal 29% in Sicilia e al 62% nella Provincia Autonoma di Trento”.
“La percentuale si riduce molto nella fascia 4-5 mesi, variando tra il 13% della Sicilia e il 43% di Trento e Friuli-Venezia Giulia, con una media nazionale di circa il 30%. Ribadiamo il nostro impegno per eliminare i tanti ostacoli ancora esistenti – spiega Luigi Orfeo, presidente della Sin – Serve, infatti – aggiunge -, una migliore rete di sostegno familiare e lavorativo, ma anche la possibilità del rooming-in del bimbo insieme alla mamma in tutti gli ospedali, per favorire l’avvio dell’allattamento già dai primi momenti. Ancora oggi, almeno una struttura su tre, non lo consente o lo permette solo in modo parziale”.
Tra gli interventi consigliati c’è anche il contatto pelle a pelle sin da subito in sala parto, la cui importanza è confermata da un recente studio condotto presso il Policlinico di Bari e l’Ospedale di Melfi in cui sono stati arruolati 160 neonati. “È emerso – aggiunge il neonatologo – che, a tre mesi di vita, la percentuale di allattamento al seno esclusivo era maggiore (71%) in quelli sottoposti a contatto pelle a pelle alla nascita, rispetto a chi non l’aveva avuto (53%)”. Tante le iniziative previste in Italia per sensibilizzare sul tema mentre sui social la campagna corre con l’hashtag #sam2024. Cinque gli appuntamenti della Asl Napoli 3 Sud, programmati in collaborazione con altrettanti comuni. L’Ulss 3 veneziana propone 100 iniziative tra cui incontri a tema, seminari, camminate con le neomamme e attività in piscina. A Moncalieri è prevista una merenda multietnica. Tra le iniziative, a Reggio Emilia, il flash mob ‘Closing the Gap-Allattare è un diritto per tutti’ e la presentazione della poltrona per l’allattamento, nell’ambito del progetto per la realizzazione dei Baby Pit Stop.
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