Hpv, epatite B e C e helicobacter pylori sono la causa di 13 tumori ogni 100: a dimostralo è l’Associazione per la ricerca sul cancro degli Stati Uniti, in un Report dedicato all’argomento
IHpv, epatite B e C e helicobacter pylori sono tutte infezioni dagli esiti prevenibili. Con decorsi differenti, infatti, ognuna di queste infezioni può causare un tumore, in diverse parti del corpo. Eppure, nonostante sia una connessione causa-effetto ampiamente dimostrata dalla scienza, continuano a mietere vite. Il 13% dei tumori totali è legato ad infezioni batteriche o virali che possono essere evitate con i vaccini, le terapie e la prevenzione, grazie agli screening per la diagnosi precoce. A dimostralo è l’Associazione per la ricerca sul cancro degli Stati Uniti che, in un Report dedicato all’argomento, punta il dito contro quattro tipi di agenti patogeni in particolare, tutti collegati ad un deciso aumento del rischio di sviluppare un tumore.
“Le infezioni causate da uno dei ben 200 tipi del papilloma virus – si legge nel documento – rappresentano la causa principale dei tumori del collo dell’utero e sono coinvolte nella formazione di alcuni tumori orali e dei genitali”. Attualmente si stima che ogni anno in Italia siano diagnosticati circa 3.500 nuovi casi di tumore dell’utero e circa 1.100 morti per la stessa causa (dati Iss).
“Vi sono poi i virus responsabili dell’epatite B e della C. Entrambe queste forme di epatite causano un’infiammazione nel fegato che può cronicizzarsi e condurre al tumore”, aggiungono gli esperti dell’Associazione per la ricerca sul cancro degli Stati Uniti che hanno redatto il Report. L’incidenza del tumore epatico varia molto a seconda delle zone geografiche: è più diffuso in Asia rispetto a Stati Uniti ed Europa. È il sesto tumore più frequente a livello mondiale e la seconda causa di morte per neoplasia: nel 2012 oltre 700mila persone nel mondo sono morte di cancro al fegato. In Italia è più raro: si stima che ogni anno siano diagnosticati circa 8.900 tumori primari del fegato negli uomini e 4mila nelle donne (Registro tumori italiano 2017), con un rapporto di circa 2 a 1 tra uomini e donne. Negli uomini l’incidenza cresce rapidamente con l’età: si passa da 3 per 100mila casi sotto i 45 anni, a 32 per 100mila nelle persone con età compresa tra 60 e 64 anni, fino a 62 per 100mila oltre i 75 anni.
Infine, il rapporto sottolinea il ruolo dell’Helicobacter pylori noto per essere la causa dell’ulcera, che nell’ 1-3% dei casi è stato messo in relazione con la formazione di tumori dello stomaco. Gli esperti ricordano che la prevenzione in questo caso è abbastanza semplice, in quanto una normale analisi del sangue può diagnosticare l’infezione. Il tumore allo stomaco è uno dei più comuni in tutto il mondo, con oltre un milione di nuovi casi diagnosticati ogni anno a livello globale. I tassi d’incidenza specifici per Paese sono disponibili nel database GLOBOCAN dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS). Si riscontra più comunemente in Asia orientale e in Europa orientale ed è più frequente nei maschi rispetto alle femmine. In Italia si stima che ogni anno vengano diagnosticati circa 8.800 tumori allo stomaco negli uomini e 5.900 nelle donne.
“I progressi fatti nel trattamento di queste quattro infezioni, potrebbero rendere alcune forme di tumore, sinora comuni, malattie rare”, conclude uno degli autori del rapporto, Michael Pignone, della Duke School of Medicine.
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