Il Piano richiede un investimento di 55 milioni di dollari e mira a promuovere una risposta coordinata attraverso cinque azioni prioritarie, dai test al controllo dei vettori fino alla ricerca
I casi di dengue continuano ad aumentare il tutto il mondo e si stima che quattro miliardi di persone siano a rischio di infezioni trasmesse dalla zanzara tigre. Un numero che aumenterà fino a cinque miliardi entro il 2050. Nasce da questi numeri l’urgenza del ‘Piano globale strategico di preparazione e risposta alla dengue e alle altre arbovirosi’- Global Strategic Preparedness, Readiness and Response Plan – lanciato dall’Organizzazione mondiale della sanità. Il piano richiede un investimento di 55 milioni di dollari e mira a promuovere una risposta coordinata attraverso cinque azioni prioritarie, dai test al controllo dei vettori fino alla ricerca.
La febbre dengue è endemica in oltre 130 Paesi, soprattutto quelli caratterizzati da climi tropicali e subtropicali, nel sud-est asiatico, nel Pacifico occidentale e nelle Americhe, oltre che in Africa. A dicembre 2023, l’Oms ha classificato l’attuale impennata globale della dengue come grado 3, il livello più alto di emergenza. Fattori come l’urbanizzazione non pianificata e le cattive pratiche idriche e igienico-sanitarie, i cambiamenti climatici e i viaggi internazionali stanno facilitando la rapida diffusione geografica di questa e di altre malattie arbovirali, come Zika, chikungunya e più recentemente del virus Oropouche. Il numero di casi è circa raddoppiato ogni anno dal 2021, con oltre 12,3 milioni di casi alla fine di agosto di quest’anno, quasi il doppio dei 6,5 milioni di casi segnalati in tutto il 2023. La dengue è endemica nei climi tropicali e subtropicali, in particolare nel sud-est asiatico, nel Pacifico occidentale e nelle Americhe. La situazione è altrettanto preoccupante in Africa, dove i paesi stanno combattendo molteplici malattie tra conflitti e disastri naturali, mettendo a dura prova i già fragili sistemi sanitari. Nel dicembre 2023, l’Oms ha classificato l’attuale ondata globale di dengue 2023 come grado 3, il più alto livello di emergenza per l’Oms, per sostenere i paesi a rafforzare le loro capacità di sorveglianza e ad attuare attività di risposta.
Il piano delinea quindi le azioni prioritarie per controllare la trasmissione e offre raccomandazioni ai paesi colpiti in vari settori, tra cui: il coordinamento delle emergenze, la sorveglianza collaborativa con diagnosi precoce e analisi epidemiologiche, la protezione delle comunità tramite il coinvolgimento attivo, una gestione clinica efficace per garantire che i pazienti possano ricevere cure adeguate e, infine, la promozione della ricerca per trattamenti migliori e vaccini efficaci. “La rapida diffusione di dengue e delle malattie trasmesse da zanzara Aedes è una tendenza allarmante che richiede una risposta coordinata tra settori e oltre i confini”, afferma Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms. “Tutti – aggiunge – hanno un ruolo da svolgere nella lotta e questo piano è una tabella di marcia per proteggere le popolazioni vulnerabili e spianare la strada a un futuro più sano”. Il piano sarà attuato nell’arco di un anno, fino a settembre 2025, e richiede 55 milioni di dollari per sostenere la preparazione, la prontezza e gli sforzi di risposta sanitaria. È in linea con la Global Vector Control Response 2017-2030, una strategia globale per rafforzare il controllo dei vettori in tutto il mondo, e con la Global Arbovirus Initiative, lanciata nel 2022, che si concentra sulla lotta agli arbovirus trasmessi dalle zanzare con potenziale epidemico. Il Global Strategic Preparedness, Readiness and Response Plan è un invito all’azione per tutte le parti interessate, dalle agenzie governative e dagli operatori sanitari alle comunità e agli individui, affinché uniscano le forze nella lotta contro la dengue e altri arbovirus trasmessi da Aedes, attraverso l’innovazione, le nuove tecnologie e il miglioramento delle strategie di controllo dei vettori.
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