Subdola e improvvisa, più diffusa di quanto si pensi, così democratica che può colpire chiunque: è la glossofobia, la paura di parlare in pubblico, una delle 13 fobie più diffuse nel mondo posizionandosi addirittura prima di quella dell’altezza, dei ragni e della morte, secondo uno studio di YouGov UK. I sintomi, spesso evidenti, dalla voce che trema, alle mani che sudano, al respiro affannoso, non lasciano scampo a chi è lì pronto per parlare davanti ad una platea, grande o piccola non fa differenza. Ma si può “guarire”, almeno secondo Massimiliano Cavallo, uno dei maggiori esperti italiani di Public Speaking.
A soffrire di glossofobia è 1 persona su 3
La glossofobia colpisce nel mondo 3 persone su 4, manifestandosi in circa il 75% dei casi, secondo i dati del National Institute of Mental Health: “Parlare in pubblico – spiega Cavallo, ideatore del Metodo Public Speaking Top – può fare davvero paura scatenando ansia e stress che in alcuni casi si manifestano con tremori, tachicardia o veri e propri attacchi di panico. Ognuno di noi può temere il giudizio altrui ed è per questo che quando parliamo davanti ad una platea, o in una riunione con i clienti o in video conferenza, rischiamo di sentirci vulnerabili ritrovandoci a balbettare, sudare o, nei casi peggiori, fare scena muta. Imparare a gestire l’ansia parlando in pubblico si può con alcune semplici tecniche che correggono sguardo, postura e voce e restituiscono il coraggio di affrontare il pubblico di fronte a noi”.
La buona notizia è che la glossofobia si può superare
E se è vero, come diceva Nelson Mandela, che l’uomo coraggioso non è colui che non prova paura ma colui che riesce a controllarla, la buona notizia è che la glossofobia o, in generale, la scarsa capacità di parlare in pubblico si può superare. Ma attenzione ai falsi luoghi comuni: “Come quello che ci consiglia di immaginare il pubblico nudo o con il naso da clown: sono misure che non servono a superare la paura e distraggono dal discorso”, sottolinea Cavallo. “Anche quel consiglio piuttosto diffuso, secondo il quale bisogna ripetersi in mente un mantra, rischia di distrarci e peggiorare la situazione anziché aiutarci”, aggiunge Cavallo. Altra indicazione sbagliata, suggerita da uno studio americano, è quella di esercitarsi davanti al proprio cane e vedere per quanto tempo si riesce a catturare la sua attenzione”, conclude Cavallo.
Le 10 mosse per vincere la paura in pubblico
- Trasformare la paura in adrenalina. Con l’esercizio e con il giusto metodo si impara a capire che la paura può essere un alleato che ci permette di essere vigili e concentrati.
- Considerare che lo stress percepito è maggiore di quello trasmesso. In realtà quello che percepisce invece il pubblico è più o meno il 20 per cento di quello che si prova. Questo vuol dire che bisogna concentrarsi non sui propri “difetti”, ma sul pubblico e le sue esigenze.
- Pensare che il pubblico vuole ascoltare. Spesso il relatore teme di annoiare il pubblico e tende a parlare velocemente. Al contrario, sentirsi interessanti alla fine può aiutare anche a esserlo davvero per il proprio pubblico.
- Non inseguire la perfezione. Gli errori si fanno e non sempre compromettono il discorso. Meglio invece concentrarsi sui progressi.
- Provare il discorso più volte. Può sembrare una regola banale, ma alla fine è anche la più disattesa. Non basta leggere e rileggere le slide ma è necessario provare il discorso nella stessa modalità che si userà poi realmente. Quindi, se l’intervento lo richiede, bisogna alzare la voce o abbassarla come se si avesse di fronte il pubblico.
- Non leggere il discorso e non impararlo a memoria. Quello che più teme chi soffre di glossofobia è di perdere il filo del discorso. Cosa che succede quando si impara a memoria o si legge. Il discorso non va letto perché focalizzeremmo lo sguardo sul foglio anziché sul nostro pubblico. Se usi le slide scrivi poco testo; se parlerai a braccio, schematizza il tuo intervento in poche parole e appunti.
- Guardare la platea negli occhi. Mai guardare nel vuoto o fissare le slide. Bisogna cercare di guardare le persone negli occhi e, se l’aula è grande, guardarla a blocchi di persone.
- Alzare leggermente il volume della voce. Se la voce è più alta del solito, il cervello trasmetterà più sicurezza. Inoltre, con un volume di voce più alto sarà difficile sentire la voce che trema.
- Postura solida. Niente gioco con penne, anelli, orologi o movimenti frenetici che trasmettono nervosismo. La postura deve essere naturale ma non immobile.
- Non evitare di parlare in pubblico. Spesso rinunciare è la soluzione più comoda ma in questo modo si accresce la paura. Infatti, evitando, si trasmette al proprio cervello il messaggio che parlare in pubblico rappresenta per se stessi qualcosa di pericoloso e per il quale si è inadeguati. È così che poi si arriva in situazioni in cui si deve prendere necessariamente la parola e quello è il momento in cui il ‘mostro’ è diventato grande e può sorgere un vero e proprio attacco di panico.