Il commissario straordinario Filippini: “Daremo puntuali indicazioni sui territori dove abbiamo bisogno di sorveglianza e gabbie. Esercito, polizie provinciali e Protezione Civile andranno avanti in maniera coordinata, in modo tale che ognuno sappia dove deve andare e che cosa fare”
Dal primo novembre l’esercito scenderà in campo per supportare le strategie di contenimento ed eradicazione della peste suina africana messe in campo in Italia. Ad annunciarlo, nel corso dell’audizione alla Camera presso l’Aula della Commissione Agricoltura, le Commissioni riunite Affari sociali e Agricoltura, il commissario straordinario alla peste suina africana (Psa), Giovanni Filippini. “Daremo puntuali indicazioni sui territori dove abbiamo bisogno della sorveglianza e dove di mettere le gabbie – spiega Filippini -. Andranno avanti in maniera coordinata e gestita a livello centrale. E questo si farà con l’esercito, con le polizie provinciali e con la Protezione Civile. In modo tale che ognuno, all’interno di questa organizzazione, sappia dove deve andare e che cosa fare, altrimenti si perde di vista l’obiettivo. Le forze armate potranno svolgere la loro azione nella zona di controllo di espansione virale”.
Tuttavia, il supporto delle forze dell’ordine non sopperisce alla carenza di veterinari impiegati nella sanità pubblica che, come professionisti sanitari, sono gli unici a poter svolgere alcune particolari funzioni. “Nell’affrontare le emergenze come la peste suina Africana, ma anche la Blue tongue o l’influenza aviaria, solo per citarne alcune, la sanità pubblica veterinaria sconta una carenza di personale di oltre il 15% – spiega il presidente della Federazione nazionale ordini veterinari italiani (FNOVI), Gaetano Penocchio, in un’intervista a Sanità Informazione -. Chiediamo al ministro Schillaci, che ben conosce la nostra professione ed i valori di salute – e nel caso della Peste suina Africana anche economici – di cui siamo portatori, di intervenire affinché si superi questa criticità. Chiediamo che ci metta nella condizione di di fare il massimo a difesa della salute degli uomini, degli animali e dell’ambiente oltre che dell’economia del nostro Paese. Abbiamo fiducia che il Ministro riserverà al problema la massima attenzione”. Anche il commissario straordinario alla peste suina africana, nel corso dell’audizione alla Camera, ha lanciato il suo appello, sottolineando necessità di potenziare l’organico dei veterinari di sanità pubblica, sottodimensionato rispetto alle esigenze dettate dall’emergenza. “Dovremmo rapidamente recuperare nuovi veterinari – dice -. Molti stanno andando in pensione. Inoltre, quelli che seguono i focolai non possono rientrare in altri allevamenti prima di una settimana”.
Intanto, Filippini ha assicurato di avere già pronto un Piano di catture e abbattimento dei cinghiali che sarà via via rivisto. “Siamo consapevoli – aggiunge il commissario straordinario alla peste suina africana – della necessità di riportare in equilibrio i cinghiali e siamo anche consapevoli di doverlo fare con i cacciatori. Farlo con il virus significherebbe perdere la battaglia”. In tema di risorse Filippini sostiene che “il governo stia facendo un grande lavoro”, tanto che la struttura commissariale ha già ottenuto le risorse sia per il barrieramento, che per incentivare la sorveglianza. “Daremo un premio – annuncia ancora Filippini – a chi trova carcasse. E chi abbatte i cinghiali, se in un territorio di espansione virale”.
Restano alcuni nodi da sciogliere anche sul fronte della macellazione specializzata, difficile da reperire a livello territoriale. In questo contesto di emergenza per la peste suina africana “nessuno – spiega Filippini – vuole prendere in gestione un mattatoio, poiché gestirlo è veramente molto complicato. A livello nazionale abbiamo una sola ditta che si occupa dell’abbattimento e dello smaltimento degli animali, tanto che abbiamo chiesto anche l’aiuto dei colleghi olandesi. I focolai non possono restare ‘aperti’: sono bombe biologiche. Tuttavia, è un’attività che, purtroppo, nessuno vuole fare. E questo per noi – conclude – rappresenta un grande problema che stiamo valutando con attenzione”.
Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato