In Italia soffrono di dolore cronico 9,8 milioni di persone. Il numero verde è stato ideato per fornire ai pazienti un orientamento sui centri di terapia del dolore presenti in ciascun territorio
In un solo giorno sono oltre mille le chiamate arrivate al numero verde gratuito 800 624 244, lanciato ieri dalla Società italiana di anestesia analgesia rianimazione e terapia intensiva (Siaarti) per supportare i pazienti affetti da dolore cronico. Numeri che confermano una situazione piuttosto allarmante: in Italia soffrono di dolore cronico 9,8 milioni di persone. Il numero verde non è stato pensato per fare diagnosi o terapia, ma per fornire ai pazienti un orientamento sui centri di terapia del dolore presenti in ciascun territorio e le numerose richieste di assistenza arrivate confermano la necessità di migliorare l’accesso alla terapia del dolore e di sensibilizzare il pubblico sui diritti garantiti dalla Legge 38/2010. L’importanza di questa legge è stata sottolineata anche dal ministro della Salute, Orazio Schillaci, in un messaggio di sostegno, inviato in occasione della presentazione del numero verde: “Con la Legge n. 38 del 2010, l’Italia è stata pioniera in Europa delineando un quadro organico per garantire un’assistenza qualificata e appropriata in ambito palliativo e della terapia del dolore per il malato e la sua famiglia – ha affermato il ministro -. Il nostro costante impegno oggi è assicurare la piena applicazione di questa legge in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale”.
“Nell’ultimo triennio – ricorda Antonio Giarratano, presidente Siaarti – la Società scientifica ha cercato il confronto con le istituzioni, nella speranza di far recepire quanto contenuto nelle nostre linee guida e nelle buone pratiche cliniche, con l’obiettivo, che è quello proprio della società, di migliorare la salute pubblica e la qualità di vita dei pazienti. Come già dimostrato nel supporto al Manifesto sociale contro la sofferenza, stilato alla fine del 2021 da Siaarti in collaborazione con altre società scientifiche e con le associazioni dei cittadini, se da un lato siamo convinti che lo specialista di riferimento per la terapia del dolore sia l’anestesista-rianimatore-terapista del dolore, dall’altro è fuori dubbio che l’approccio al dolore dei nostri pazienti debba essere multidisciplinare e complessivo, a partire dai medici di medicina generale. La terapia del dolore – rimarca Giarratano – ha costi elevati nel trattamento delle forme più complesse, ma anche il costo sociale del dolore cronico è alto: se funzionasse, in tema di dolore, l’integrazione tra ospedale e territorio, infatti, si potrebbe risparmiare su altri capitoli nell’ambito di quei 61,9 miliardi di euro di costi sociali che il dolore cronico ha ogni anno”.
“Con il lancio del numero verde sul dolore, Siaarti vuole dire ai cittadini-pazienti che siamo dalla stessa parte e, in particolare, noi anestesisti-rianimatori siamo gli specialisti di riferimento per la terapia del dolore. Vogliamo sfatare l’idea che purtroppo molti ancora hanno, per cui il dolore sia qualcosa di cui vergognarsi o una forma di debolezza – evidenzia Elena Bignami, futura presidente Siaarti -. Ci impegniamo a organizzare tra tre anni una nuova iniziativa pubblica, in primo luogo per vedere i risultati raggiunti a livello sociale e umano ma anche per fare un sunto dei dati raccolti e sulle necessità che si manifestano maggiormente in alcune regioni, che ci aiuteranno nella creazione di una medicina sempre più personalizzata”. Per Alessia Violini, responsabile Area culturale dolore Siaarti, “per il buon funzionamento di una rete di terapia del dolore, occorre garantire innanzitutto il buon funzionamento dei centri che rappresentano i suoi nodi. Il centro di terapia del dolore, collocato all’interno della rete, è una Unità operativa ospedaliera le cui prestazioni in regime di ricovero ordinario devono essere identificate dal codice di disciplina n. 96 – sottolinea – Tale Unità operativa dovrebbe essere indipendente dai servizi di anestesia e rianimazione, sia dal punto di vista organizzativo che in termini di budget”.
Anche Silvia Natoli, responsabile della Sezione Siaarti dolore cronico e prossima responsabile dell’Area culturale dolore 2025-2027, evidenzia la necessità di migliorare il riconoscimento della terapia del dolore nel Sistema sanitario nazionale: “Dal rapporto Censis-Grünenthal, secondo l’86,7% degli intervistati sarebbe importante che ci fosse uno specialista dedicato al dolore nel sistema sanitario nazionale: ma noi anestesisti-rianimatori ci siamo già – ricorda Natoli – Evidentemente i nostri pazienti non lo sanno. Sui 9,8 milioni di pazienti che soffrono di dolore cronico in Italia, solo 800mila nei nostri centri di terapia del dolore. E gli altri chi li tratta? O perché non sono curati? Perché c’è questa dispersione?”, si chiede. “La mancanza di identità e riconoscimento della nostra disciplina e di noi anestesisti-rianimatori è ciò che dobbiamo combattere”, conclude.
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