Uno studio spagnolo rivela che oltre la metà delle morti causate dal caldo, circa il 56%, è correlata al cambiamento climatico causato dall’uomo. Secondo la ricerca, quindi, 38.154 dei 68.593 decessi legati al caldo dell’estate del 2022 non sarebbero avvenuti senza il riscaldamento antropogenico
Se si muore dal caldo è anche colpa dell’uomo: più della metà dei decessi causati dalle temperature torride sono collegati al riscaldamento antropogenico. Nell’estate del 2022, in Europa, infatti, 38.154 morti – oltre la metà del totale – sono attribuibili al riscaldamento causato dall’uomo. Ad affermarlo sono i ricercatori dell’istituto Institute per la Salute Globale (ISGlobal) di Barcellona. In particolare, secondo lo studio spagnolo, le temperature record dell’estate 2022 hanno causato oltre 68mila decessi in Europa. La nuova analisi ha riscontrato che oltre la metà di queste morti, circa il 56%, è correlata al cambiamento climatico causato dall’uomo. Secondo la ricerca, quindi, 38.154 dei 68.593 decessi legati al caldo in quell’estate non sarebbero avvenuti senza il riscaldamento antropogenico.
“L’estate del 2022 – scrivono i ricercatori nell’abstract dello studio – è stata la più calda mai registrata in Europa, caratterizzata da un’intensa serie di ondate di calore e +1,4 °C più calda rispetto al periodo di riferimento 1991-2021. Con temperature che negli ultimi anni hanno battuto un record di temperatura dopo l’altro, l’Europa sta già sperimentando gli impatti negativi del riscaldamento antropogenico, in particolare un aumento senza precedenti della frequenza e dell’intensità delle ondate di calore. Uno degli impatti significativi del cambiamento climatico indotto dall’uomo sulla salute umana è la morbilità e la mortalità correlate al calore. Ad oggi, le ondate di calore rappresentano la maggior parte dei decessi correlati alle condizioni meteorologiche in Europa”.
“Sono stati identificati rischi elevati di morte per malattie cardiovascolari e respiratorie correlate all’esposizione al calore tra le persone con condizioni preesistenti, in particolare nelle popolazioni vulnerabili, tra cui gli anziani e coloro che si trovano in condizioni socio-economiche svantaggiate. Nonostante la crescente consapevolezza di tali rischi negli ultimi decenni e l’attuazione di strategie di sanità pubblica per far fronte agli effetti negativi del calore, le società europee sono ancora ampiamente vulnerabili alle alte temperature estive”, spiegano ancora i ricercatori.
Gli scienziati hanno utilizzato dati di temperature e mortalità da 35 Paesi europei per stimare la mortalità estiva legata al caldo nel 2022. Con un set di dati delle anomalie della temperatura globale tra il 1880 e il 2022, i ricercatori hanno poi stimato l’aumento di temperatura dovuto al riscaldamento antropogenico in ogni regione. Sottraendo tali aumenti dalle temperature registrate, hanno stimato quali sarebbero state le temperature senza il riscaldamento antropogenico. Infine, con il modello sviluppato nello studio precedente, hanno calcolato la mortalità in uno scenario ipotetico in cui si fossero verificate le temperature naturali senza l’aggravio causato dall’uomo.
I risultati, pubblicati sulla rivista npj Climate and Atmospheric Science, mostrano che i decessi attribuibili al riscaldamento antropogenico erano il doppio nelle regioni meridionali rispetto al resto d’Europa. Il team ha trovato un numero maggiore di decessi legati al caldo tra le donne (22.501 su 37.983 decessi) e le persone di età pari o superiore a 80 anni (23.881 su 38.978 decessi), rispetto agli uomini (14.026 su 25.385 decessi) e a persone di 64 anni o meno (2.702 su 5.565 decessi). “Questo studio evidenzia l’impatto del riscaldamento globale sulla salute pubblica: le donne e gli anziani sono particolarmente vulnerabili agli effetti negativi delle temperature crescenti,” conclude Thessa Beck, ricercatrice di ISGlobal e prima autrice dello studio.
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