Lo studio ha preso in considerazione 3.306 partecipanti di età pari o superiore a 45 anni: solo il 13,8% ha ottenuto un risultato positivo in tutti i criteri stabiliti per sancire un ‘invecchiamento di successo’
Dormire almeno sette ore a notte: è questo il segreto per invecchiare bene. A svelarlo è lo studio condotto in Cina su più di 3mila persone, monitorate periodicamente e i cui dati sono stati integrati con quelli di un check-up medico a distanza di cinque anni. La ricerca, condotta dal gruppo dell’Università di Wenzhou, guidato da Hongying Shi, è stata pubblicata sulla rivista Bmc Public Health. Già da tempo molti studi hanno dimostrato l’importanza del sonno per la salute in generale, dall’impatto sul cervello allo sviluppo del feto in gravidanza. Ora, invece, arriva la conferma anche del ruolo che le ore di sonno possono giocare nell’invecchiare meglio.
I ricercatori hanno utilizzato come parametro una condizione definitiva ‘invecchiare con successo’, che si riferisce ad invecchiare senza gravi malattie croniche, senza menomazioni fisiche, mantenendo un’elevata funzione cognitiva e una buona salute mentale, riuscendo a mantenere un impegno attivo nella vita. Lo studio ha preso in considerazione 3.306 partecipanti di età pari o superiore a 45 anni, le cui abitudini del sonno sono state registrate nel 2011, nel 2013 e nel 2015, seguite da un controllo medico complessivo cinque anni più tardi. Tutti i volontari sono stati analizzati e classificati in base alle loro abitudini di sonno nel corso degli anni: lungo-stabile (8-9 ore di sonno regolare), normale-stabile (7-8 ore regolari), decrescente (da una media di oltre 8 a meno di 6), crescente (da una media di meno di 6 a oltre 8) e breve-stabile (5-6 ore).
Al termine dello studio, di tutti i partecipanti solo 455 individui (13,8%) hanno ottenuto un risultato positivo in tutti i criteri stabiliti per sancire un ‘invecchiamento di successo’. Di questi, ben 307 (circa due terzi) dormivano costantemente più di sette ore a notte. Il gruppo con meno soggetti invecchiati con successo è stato quello dal sonno breve e stabile (solo l’8,8%). “I dati – concludono i ricercatori – indicano, dunque, quanto il sonno sia importante e suggeriscono, inoltre, come la diminuzione della durata del sonno non deve essere intesa come un cambiamento dovuto all’età, piuttosto, osservano gli autori della ricerca, come un ostacolo al raggiungimento di un invecchiamento di successo”.
Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato