Salute 12 Novembre 2024 08:41

Aderenza terapeutica, Aifa: “Non rispettarla costa al SSN due miliardi ogni anno”

Percentuali e numeri sull’aderenza terapeutica sono stati al centro della discussione del tavolo tecnico su Medicina di Precisione e Prescrittomica inaugurato presso l’Agenzia italiana del Farmaco (Aifa), a cui hanno preso parte anche Società scientifiche, organizzazioni delle professioni sanitarie e accademici del settore

Aderenza terapeutica, Aifa: “Non rispettarla costa al SSN due miliardi ogni anno”

C’è chi dimentica di prendere tutti i farmaci prescritti perché troppo anziano per ricordarsene con puntualità e chi rinuncia consapevolmente a seguire le prescrizioni mediche. Qualunque sia il motivo della mancata aderenza terapeutica, la conseguenza è la medesima: la salute dei pazienti peggiora e i costi a carico del Sistema Sanitario Nazionale aumentano. Ammonterebbe a circa due miliardi di euro ogni anno la spesa che il SSN deve sostenere proprio per la mancata aderenza alle terapie. Aumentare il rispetto delle prescrizioni anche solo del 15% potrebbe ridurre i costi assistenziali di 300 milioni, cifra che lieviterebbe ulteriormente considerando anche quelli sociali, ovvero quelli derivanti dalla perdita di giornate lavorative trascorse in malattia. Stando ai dati emersi dall’ultimo rapporto OsMed quasi un anziano su tre, pari al 28,5% degli over 65, assume 10 o più medicinali nel corso d’anno, almeno cinque nel 68% dei casi. Percentuali e numeri sull’aderenza terapeutica sono stati al centro della discussione del tavolo tecnico su Medicina di Precisione e Prescrittomica inaugurato presso l’Agenzia italiana del Farmaco (Aifa), a cui hanno preso parte anche Società scientifiche, organizzazioni delle professioni sanitarie e accademici del settore. L’obiettivo è arrivare a stilare una relazione finale entro un anno che possa suggerire delle strategie per migliorare lo stato dell’arte.

Nell’attività di ricerca anche social network e AI

“Molti trattamenti – spiega il presidente dall’Aifa, Robert Nisticò, inaugurando i lavori del Tavolo tecnico – si  traducono poi in bassa aderenza e persistenza alle terapie, con danni alla salute dei pazienti e spreco di risorse. Acuiti anche dal fatto che l’interazione di così tanti medicinali diventa  difficile da tenere sotto controllo per gli stessi medici e può generare effetti avversi o scarsa tollerabilità ai trattamenti”.  Da qui la spinta su farmacogenetica e Intelligenza artificiale. “Diversi studi – riferisce Nisticò – hanno dimostrato che l’uso dell’Intelligenza artificiale per monitorare le terapie, inviare promemoria personalizzati e fornire supporti in tempo reale può aumentare fino al 20% l’aderenza alle terapie stesse. Percentuale che si traduce in un miglioramento del 40% della qualità della vita e  del 20% in termini di sopravvivenza”. Per quanto riguarda la farmacogenetica “nei pazienti poli-trattati – dice Nisticò – l’informazione genomica consente anche di valutare le interazioni tra farmaci e l’impatto cumulativo della terapia e questo significa poter ridurre gli effetti collaterali, come i rischi di tossicità, aumentare l’aderenza alle terapie, il tutto riducendo i costi sanitari indotti da visite ambulatoriali e ospedalizzazioni, che secondo studi Usa tra il tre e il sette per cento dei casi sono causate da reazioni avverse ai medicinali”. Un aiuto può venire anche dai social network “per condividere con la popolazione generale informazioni semplici e precise  sull’uso corretto dei medicinali e le loro possibili interazioni”.

Gli obiettivi del tavolo tecnico su Medicina di Precisione e Prescrittomica

In particolare sono tre gli obiettivi del Tavolo tecnico su Medicina di Precisione e Prescrittomica. Il primo è elaborare linee di indirizzo, all’interno delle competenze istituzionali dell’Aifa per l’applicazione della medicina di precisione nella gestione della terapia  farmacologica, con particolare attenzione riguardo la politerapia, e identificare i possibili approcci della medicina di precisione nell’ambito delle buone pratiche prescrittive. Ma anche definire ambiti di studio, approcci innovativi e validati per migliorare la qualità della prescrizione farmacologica anche sulla base delle informazioni di biochimica-funzionale derivabili dall’analisi del patrimonio genetico germinale di un individuo. Infine, redigere una relazione finale con l’obiettivo di  informare adeguatamente tutti gli stakeholder sui risultati raggiunti.

 

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