Dal 25 al 50% dei nati pretermine può presentare disturbi del neurosviluppo. A evidenziarlo è la Società italiana di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza, che in occasione della Giornata mondiale della prematurità, ribadisce l’importanza dell’intervento precoce
Dal 25 al 50% dei nati pretermine può presentare ritardi di sviluppo, disabilità cognitiva, problemi comportamentali, deficit dell’attenzione e/o iperattività, difficoltà di regolazione delle emozioni, disturbo dello spettro autistico. A evidenziarlo è la Società italiana di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza (Sinpia), che in occasione della Giornata mondiale della prematurità 2024 ribadisce l’importanza dell’intervento precoce per promuovere plasticità cerebrale e funzioni motorie, sensoriali, comunicativo-linguistiche, cognitivi ed emotivo-relazionali di ogni nato pretermine.
Oggi nel mondo circa 1 neonato su 10 nasce prima delle 37 settimane gestazionali, necessarie a completare maturazione e sviluppo nell’utero. In Italia sono 24mila, intorno al 6,3% del totale delle nascite. Il 75,3% tra la 34° e la 36° settimana, circa l’1% i nati sotto le 32. “A fronte di una riduzione delle gravità delle problematiche motorie e cognitive (paralisi cerebrali, disabilità intellettiva grave) assistiamo ad un aumento di problemi legati a coordinazione motoria, funzioni attente, esecutive e di apprendimento, comunicativo-linguistiche, emotivo-relazionali e sociali”, spiega Elisa Fazzi, presidente Sinpia. Nel neonato pretermine il sistema nervoso, che si sviluppa e matura in un ambiente molto diverso da quello fisiologico, si trova in qualche modo “impreparato” ad affrontare la vita extrauterina, andando incontro a fenomeni lesionali e/o dismaturativi.
“L’impatto di questi deficit – sottolinea Simona Orcesi, membro diretto Sinpia – può essere molto significativo su individui e sulle famiglie e per i costi a carico dell’assistenza sanitaria pubblica, soprattutto perché si tratta di problematiche le cui conseguenze rischiano di rimanere per tutta la vita”. La past president Sinpia Antonella Costantino evidenzia: “La protezione dello sviluppo cerebrale nei neonati pretermine è fondamentale, perché il cervello in questa precoce fase evolutiva ha una caratteristica determinante che è la sua plasticità”. Neuroplasticità che, conclude Fazzi, “fa sì che le caratteristiche delle esperienze e delle relazioni precoci siano fondamentali per lo sviluppo cerebrale del neonato pretermine, così come qualità delle cure neonatali e intervento precoce, mediato dalla relazione con i genitori e con la famiglia, primo e ambiente fisiologico in cui un neonato cresce”.
Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato