Alla vigilia della Giornata Mondiale del Bambino e dell’Adolescente e del 79° Congresso Italiano di Pediatria che si apre il 20 novembre a Firenze, la Società Italiana di Pediatria (SIP) traccia un quadro in chiaroscuro sul loro stato di salute e sul loro benessere psico-fisico
Assistenza sanitaria ai bambini con punte d’eccellenza, ma disturbi d’ansia in aumento, così come condizioni di povertà che dilagano. Difficoltà che, se non affrontate, rischiano di compromettere il benessere presente e futuro delle giovani generazioni. Alla vigilia della Giornata Mondiale del Bambino e dell’Adolescente e del 79° Congresso Italiano di Pediatria che si apre il 20 novembre a Firenze, la Società Italiana di Pediatria (SIP) traccia un quadro in chiaroscuro sul loro stato di salute e sul loro benessere psico-fisico. L’Italia si distingue ancora in alcuni fondamentali indicatori di salute pediatrica. Uno dei successi principali è rappresentato dal basso tasso di mortalità infantile, tra i migliori al mondo e superiore a paesi come Francia e Germania, a testimonianza di un sistema di cure all’avanguardia. La qualità delle cure pediatriche è riconosciuta a livello internazionale: secondo una recente indagine della rivista Newsweek, ben 13 unità pediatriche italiane figurano tra le migliori al mondo, segno di un impegno costante per la salute dei più piccoli. Ma nonostante questi risultati incoraggianti, ci sono criticità che devono essere affrontate per garantire che ogni bambino abbia le stesse opportunità di crescere sano.
Il benessere psicologico di bambini e adolescenti ha risentito profondamente degli eventi degli ultimi anni, con sintomi di disagio che si manifestano sempre più spesso anche attraverso disturbi somatici come dolori addominali, nausea, colon irritabile. “Vediamo una crescita dei disturbi d’ansia e depressione, soprattutto a partire dalla pandemia”, spiega Annamaria Staiano, Presidente SIP. Secondo la letteratura internazionale, 1 adolescente su 4 oggi mostra sintomi di depressione, e 1 su 5 soffre di disturbi d’ansia, una condizione che porta con sé rischi e vulnerabilità che richiedono attenzione. “Le recenti cronache ci ricordano quanto questo disagio sia ormai diffuso: dagli episodi di isolamento volontario (hikikomori), che riguardano oltre 60.000 adolescenti italiani, ai tragici fatti di violenza giovanile legati a dinamiche di esclusione sociale e mancanza di supporto familiare. Non meno allarmante è l’aumento dell’uso di alcol tra i minorenni, facilitato dalla reperibilità di bevande a basso costo”, afferma Staiano.
Vivere in condizioni di povertà incide direttamente sulla salute fisica e psicosociale dei bambini. Oggi oltre un milione e 295 mila di minori in Italia sono in condizioni di povertà assoluta, il che significa non potersi permettere le spese essenziali per avere uno standard di vita minimamente accettabile. Questa condizione riguarda il 15,5% dei minori al Sud e il 35% dei nuclei familiari stranieri. “La povertà aumenta la vulnerabilità dei bambini a malattie, problemi di sviluppo e disturbi psicologici, con effetti che spesso persistono nell’età adulta”, sottolinea Mario De Curtis, Presidente del Comitato per la Bioetica della SIP, che al Congresso terrà SIP una lettura magistrale sulle diseguaglianze socio-economiche ed educative. Le disuguaglianze territoriali sia sanitarie che sociali penalizzano l’accesso alle cure costringendo molte famiglie a migrare verso altre regioni per garantire ai loro figli le cure necessarie. In particolare, i bambini residenti nel Sud Italia si trasferiscono molto spesso nei centri ospedalieri del Centro-Nord, spinti dall’aspettativa delle famiglie di offrire ai propri figli cure di migliore qualità rispetto a quelle disponibili nella propria regione.
In altri casi la motivazione è determinata dall’impossibilità di accedere alle prestazioni necessarie o dalla presenza di lunghe liste di attesa nella regione di residenza. Questi trasferimenti, che comportano un costo significativo a carico dei bilanci delle regioni di residenza, sono iniqui poiché non tutte le famiglie possono permettersi di sostenere le spese. Inoltre, violano il diritto costituzionale all’uguaglianza dei cittadini, compromettendo l’equità nell’accesso alla tutela della salute. La crisi di sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) si riflette inevitabilmente anche sulla qualità dell’assistenza pediatrica. “La carenza di fondi e di personale, unita a un sistema organizzativo non sempre adeguato alle esigenze attuali, impedisce al SSN di garantire un accesso equo e tempestivo a tutti”, afferma il Presidente della Fondazione GIMBE, Nino Cartabellotta che terrà una relazione dal titolo “L’assistenza pediatrica nel SSN: criticità, sfide e prospettive future”. In un simile contesto, “le disuguaglianze sanitarie rischiano di aggravarsi ulteriormente con la legge sull’autonomia differenziata, penalizzando soprattutto il Mezzogiorno, le aree interne e le famiglie in difficoltà economica”.
“In inglese esiste un termine, flourishing, che significa “fiorire”: è uno stato di benessere che va oltre la semplice felicità, abbracciando la capacità di prosperare anche in condizioni difficili. Questo stato è correlato al benessere della famiglia, all’instaurarsi di relazioni familiari sane e quindi, alla crescita del bambino in un ambiente sano. Affinché i bambini italiani possano davvero “fiorire”, è fondamentale proteggerli da disuguaglianze e offrire alle loro famiglie il supporto necessario per una crescita serena e in salute. Solo costruendo una società che metta “il bambino al centro” potremo garantire a ogni giovane la possibilità di crescere in un ambiente che rispetti i loro diritti fondamentali”, conclude Annamaria Staiano.
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