Salute 21 Novembre 2024 12:22

Parkinson: nel 2033 oltre 3 milioni di casi nei 7 maggiori mercati. Italia paese con l’impatto minore

Un rapporto della società internazionale di analisi dei dati GlobalData ha stimato l’impatto che la Malattia di Parkinson avrà, entro il 2033, nei sette principali mercati del settore farmaceutico. Fino a quella data i casi sono destinati a crescere a un tasso annuo dell’1,94%. L’Italia sarà il paese meno colpito da questo aumento

Parkinson: nel 2033 oltre 3 milioni di casi nei 7 maggiori mercati. Italia paese con l’impatto minore

Secondo quanto emerge da un nuovo rapporto di GlobalData, Parkinson’s Disease Epidemiology Analysis and Forecast, i casi di malattia di Parkinson diagnosticati nei sette principali mercati mondiali (7MM) – Stati Uniti, Francia, Germania, Italia, Spagna, Regno Unito e Giappone – sono destinati a crescere a un tasso annuo dell’1,94% nel decennio 2023-2033. Si passerà dai 2,64 milioni di casi del 2023 ai 3,15 milioni nel 2033.

A guidare la classifica dell’incidenza dei casi saranno gli Stati Uniti (1,24 milioni). Per l’Italia, invece, il rapporto di GlobalData stima l’impatto minore (poco meno di 160.000 casi).

“Nel 2023, gli adulti di età pari o superiore a 60 anni rappresentavano oltre il 90% dei casi prevalenti di Parkinson diagnosticati nei 7MM, mentre gli adulti di età compresa tra i 18 e i 39 anni costituivano meno dell’1% – commenta Rahul Ravi, epidemiologo senior di GlobalData – Questa distribuzione per età è in linea con i risultati che mostrano una maggiore prevalenza di Parkinson nei soggetti più anziani”. “Abbiamo osservato una leggera predominanza di casi negli uomini – aggiunge Ravi – Le differenze stimate tra i generi sono principalmente attribuibili alle variabili demografiche dei singoli Paesi”.

Nel 2023 il 52,25% dei casi di Parkinson sono stati diagnosticati nella popolazione maschile, a fronte del 47,75% registrato fra le donne.

Il rapporto di GlobalData evidenzia la differenza maggiore di incidenza tra i due sessi nel Regno Unito, dove il 59,48% dei casi ha riguardato gli uomini, rispetto al 40,42% delle donne.

La Francia ha fatto registrare la variazione minore, con le donne maggiormente colpite dalla malattia (51,37%), mentre le diagnosi di Parkinson fra gli uomini si sono attestate al 48,63%.

Infine, la malattia di Parkinson è la seconda patologia neurodegenerativa cronica progressiva più comune tra gli anziani, dopo quella Alzheimer.

Il 39,07% dei casi diagnosticati nei 7MM riguarda adulti nella fascia degli ultraottantenni, seguita da quella dei 70-79enni con il 38,01%.

Articoli correlati
Alzheimer: regolare i livelli di dopamina riduce i sintomi nelle prime fasi della malattia
Uno studio dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, insieme alla Fondazione Santa Lucia IRCCS di Roma e condotto su modelli sperimentali, ha confermato che la stimolazione dopaminergica è efficace nel ridurre l’ipereccitabilità dell’ippocampo condizione alla base dell’insorgenza di epilessia e che può contribuire al progressivo danno cognitivo nell'Alzheimer
Parkinson: scoperta una delle cause scatenanti
Un nuovo studio condotto dai ricercatori della Northwestern University suggerisce che un disfunzionamento nelle sinapsi dei neuroni – i minuscoli spazi attraverso i quali un neurone può inviare un impulso a un altro neurone – provoca deficit di dopamina e precede la neurodegenerazione
Morbo di Parkinson, le associazioni chiedono multidisciplinarietà e burocrazia più veloce
Giulia Quaglini, vice presidente di Parkinson Italia, spiega: «Le difficoltà nel mondo del lavoro e nel campo degli affetti creano nella persona uno stato di depressione, di ansia. Per questo non è facile convivere con la malattia». Per i pazienti diverse sono le priorità: assicurare una presa in carico multidisciplinare, migliorare la qualità della vita di pazienti e caregiver, alleviare l’impatto psicologico 
Calciatori professionisti più a rischio demenza e Alzheimer. «Salvi» invece i portieri…
Giocare a calcio ad alti livelli aumenta di una volta e mezza il rischio di sviluppare la demenza. Ma questo non vale per i portieri. A dimostrarlo è stato uno studio condotto in Svezia dal Karolinska Institute, pubblicato sulla rivista The Lancet Public Health
Il caffè aiuta a prevenire e a rallentare il Parkinson
Secondo uno studio realizzato dai neurologi della Società italiana di Neurologia e diretto dal professor Giovanni Defazio dell’Università di Cagliari, un consumo moderato di caffè è in grado di ritardare l’esordio della malattia e di indurre una più lenta evoluzione
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Prevenzione

Influenza, Lopalco (epidemiologo): “Picco atteso tra la fine di dicembre e l’inizio del nuovo anno. Vaccinarsi subito”

L'epidemiologo a Sanità Informazione: "Vaccinarsi contro influenza e Covid-19 nella stessa seduta: non ci sono controindicazioni, solo vantaggi"
Advocacy e Associazioni

Percorso Regolatorio farmaci Aifa: i pazienti devono partecipare ai processi decisionali. Presentato il progetto InPags

Attraverso il progetto InPags, coordinato da Rarelab, discussi 5 dei possibili punti da sviluppare per definire criteri e modalità. Obiettivo colmare il gap tra Italia e altri Paesi europei in ...
Advocacy e Associazioni

Disability Card: “Una nuova frontiera europea per i diritti delle persone con disabilità”. A che punto siamo

La Disability Card e l'European Parking Card sono strumenti che mirano a facilitare l'accesso ai servizi e a uniformare i diritti in tutta Europa. L'intervista all'avvocato Giovanni Paolo Sperti, seg...