Le priorità delle ‘Carta di Udine’: riduzione dei costi e dei tempi d’attesa e, grazie a équipe multidisciplinari, assistenza ai malati in base alle loro effettive e personali necessità terapeutiche
Nasce “La Carta di Udine per l’umanizzazione delle cure e il benessere organizzativo”, un documento di indirizzo scientifico che punta a migliorare la qualità della cura, intesa come assistenza centrata sul paziente, cioè efficace, sicura, accessibile, tempestiva, equa ed efficiente. Ancora, promuove un modello di cura con ricadute pratiche sulle persone, attraverso quattro aree: ricerca, formazione, clinico-assistenziale e organizzativo-gestionale, valutazione dei risultati. La Carta, che propone un’umanizzazione delle cure in chiave moderna, è stata approvata dagli “Stati generali itineranti per l’umanizzazione delle cure e il benessere organizzativo”, organizzati dall’Ateneo friulano assieme al Dipartimento di Medicina dell’Università di Udine. Gli Stati generali hanno anche aderito al Manifesto “Dignitas Curae” che propone un modello di cura che riporti al centro i valori della medicina, riconosca il bene della persona e del curante e sfrutti le migliori competenze specialistiche. Le priorità indicate sono: la riduzione dei costi e dei tempi d’attesa e, grazie a équipe multidisciplinari, l’assistenza ai malati in base alle loro effettive e personali necessità terapeutiche.
A sostenere la neonata Carta è la Federazione italiana delle aziende ospedaliere (Fias). Il Presidente Giovanni Migliore l’ha definita “un modello di costruzione partecipata e di responsabilità multidisciplinare”. Per il presidente della Fiaso “è essenziale potenziare una rete coordinata di servizi sanitari e sociali che risponda ai bisogni dei pazienti, riduca le ospedalizzazioni evitabili e promuova la medicina di prossimità. L’umanizzazione delle cure è un pilastro per migliorare il Servizio sanitario nazionale, centrato sulla persona e sull’integrazione ospedale-territorio. Oggi – continua Migliore – abbiamo strumenti nuovi, come la telemedicina e le tecnologie digitali, che ci permettono di rafforzare l’accessibilità e migliorare il rapporto di fiducia tra pazienti e professionisti. Dobbiamo impegnarci tutti per rendere i pazienti più consapevoli e attivi nel proprio percorso di cura, assicurando che nessuno si senta abbandonato nei momenti di maggiore fragilità di fronte alla malattia. È fondamentale curare senza accanimento, perseguire la guarigione quando possibile e prendersi cura sempre dei pazienti e dei loro cari”.
Valorizzare ogni risorsa, conclude il presidente Fiaso, “è cruciale per affrontare le sfide future, migliorare l’appropriatezza delle cure e garantire il diritto alla salute, mettendo al centro la persona e il ruolo di tutti i professionisti coinvolti nella Medicina delle 5 P, ovvero Preventiva, Predittiva, Partecipativa, Personalizzata, di Precisione”, messaggio che sottende alla Carta è che la sanità del futuro si fonda sull’umanizzazione delle cure, modello che unisce efficacia clinica e benessere organizzativo. “Un progetto ambizioso – commenta il rettore dell’ateneo friulano Roberto Pinton – che mira a promuovere la coesione sociale, potenziare le competenze professionali, e rinnovare il senso di appartenenza al sistema sanitario”. Massimo Robiony, presidente degli Stati generali, conclude dicendo che “l’obiettivo è progettare una sanità futura che metta al centro la persona, rispondendo così in modo efficace ed efficiente alle esigenze sia dei pazienti che dei professionisti della salute”.
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