In occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità sono stati pubblicatogli ultimi dati disponibili della sorveglianza Passi d’Argento dell’Istituto superiore di sanità, relativi al biennio 2022-2023. Il tema scelto dalle Nazioni Unite per la Giornata internazionale è amplificare la leadership delle persone con disabilità per un futuro inclusivo e sostenibile
Il 14% degli over over 65 non è autonomo nelle sue attività della vita quotidiana, come mangiare, vestirsi, lavarsi, spostarsi da una stanza all’altra. Questa limitazione, definita secondo indicatori utilizzati in letteratura scientifica come disabilità, cresce con l’avanzare dell’età, interessando dopo gli 85 anni ben quattro anziani su 10, e pesa come carico di assistenza e cura sulle famiglie, più che su Asl e Comuni. A fare il punto, in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità che si celebra domani, 3 dicembre, sono gli ultimi dati disponibili della sorveglianza Passi d’Argento dell’Istituto superiore di sanità, relativi al biennio 2022-2023. Il tema scelto dalle Nazioni Unite per la Giornata internazionale è amplificare la leadership delle persone con disabilità per un futuro inclusivo e sostenibile.
Oltre a crescere con l’età, la disabilità – che tocca il picco tra le persone con due o più patologie croniche – è più frequente nelle donne (17% rispetto al 10% negli uomini), fra le persone socio-economicamente svantaggiate per difficoltà economiche o per bassa istruzione. La quasi totalità delle persone con disabilità (99%) riceve aiuto. “Il 95% delle persone con disabilità – prosegue il focus dell’Iss – dichiara di riceverlo dai propri familiari per le attività della vita quotidiana per cui non è autonomo, il 37% di essere aiutato da badanti e il 10% da conoscenti. L’11% ha ricevuto aiuto a domicilio da operatori socio-sanitari e solo il 2% ha ricevuto assistenza presso un centro diurno. Una piccola quota è sostenuta da associazioni di volontariato (2%). Una persona su 4 con disabilità riceve un contributo economico per la condizione, come l’assegno di accompagnamento. Esiste un gradiente Nord-Sud a svantaggio dei residenti nel Sud Italia (17% rispetto al 13% nel Centro e 10% nel Nord), che potrebbe riflettere anche una differente offerta o ricorso a strutture di ricovero”, evidenzia l’Iss.
“Se la disabilità si configura come mancanza di autonomia in attività semplici della vita quotidiana – precisa l’Istituto superiore di sanità – la fragilità indica invece sempre la mancanza di autonomia, ma nello svolgimento di due o più funzioni considerate complesse come preparare i pasti, effettuare lavori domestici, assumere farmaci, andare in giro, gestirsi economicamente, utilizzare un telefono”. Dai dati di Passi d’argento 2022-2023, risultano fragili circa 17 persone su 100. La fragilità è una condizione senza differenze significative tra uomini e donne, ma che cresce progressivamente con l’età, riguarda il 9% dei 65-74enni e raggiunge il 33% fra gli ultra 85enni; è anch’essa associata allo svantaggio socio-economico e a una bassa istruzione. La quasi totalità delle persone con fragilità (98%) riceve aiuto per svolgere le attività della vita quotidiana per cui non è autonomo. Anche in questo caso, come per la disabilità, l’aiuto è sostenuto per lo più dalle famiglie, dai familiari direttamente (95%) o da badanti (21%), ma anche da conoscenti (14%); meno del 3% riferisce di ricevere aiuto a domicilio da operatori socio-sanitari delle Asl o dei Comuni, ancora meno (meno di 5 persone su 1.000).
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