Salute 16 Dicembre 2024 09:48

Attività fisica, “incrementarla” è l’obiettivo 2025 per le donne e per chi soffre di emicrania

Due recenti studi, uno italiano e l’altro inglese, dimostrano rispettivamente come fare esercizio fisico possa migliorare l’emicrania cronica e prevenire una serie di disturbi cardiovascolari nelle donne

Attività fisica, “incrementarla” è l’obiettivo 2025 per le donne e per chi soffre di emicrania

“Fare esercizio fisico”: è senza dubbio questo l’obiettivo che tutti dovrebbero porsi per il 2025. Sono sempre maggiori, infatti, le evidenze scientifiche che ne dimostrano i benefici. Tra le ultime, la capacità di migliorare l’emicrania cronica e di prevenire una serie di disturbi cardiovascolari nelle donne.

Un toccasana contro l’emicrania

Partiamo dalla prima. Uno studio internazionale firmato da Paolo Martelletti, esperto di cefalee e docente alla Università Unitelma Sapienza Università di Roma e pubblicato sulla rivista SN Comprehensive Clinical Medicine, dimostra che l’esercizio fisico attivo, o anche un approccio passivo come la terapia fisica e altre terapie riabilitative, in aggiunta ai farmaci, migliorano sensibilmente la gestione dell’emicrania cronica.Tenersi fisicamente attivi riduce il numero e la densità degli attacchi e migliora la qualità di vita del paziente, grazie anche alla riduzione sensibile dell’uso di analgesici per la gestione del dolore. “Si tratta di un’evidenza importante  – sottolinea Martelletti – perché  l’esercizio fisico e la terapia fisica passiva sono scevri da effetti collaterali, e risultano quindi particolarmente indicati per quei pazienti che presentano diverse limitazioni prescrittive, ad esempio perché hanno dei fattori di rischio per altre malattie, quali le patologie cardio-cerebro-vascolari, psichiatriche, gastro-enterologiche per le quali i farmaci contro l’emicrania sono sconsigliati, o anche per quei pazienti che sono ‘resistenti alle cure’, ovvero su cui precedenti trattamenti farmacologici hanno fallito. Lo studio – aggiunge il ricercatore – ha coinvolto 108 pazienti con emicrania cronica, a parte dei quali era stata somministrata la tossina botulinica per via infiltrativa locale (OnabotulinumtoxinA), un approccio efficace contro l’emicrania, con dati di efficacia ben consolidati. L’utilizzo combinato del farmaco congiunto alla attività fisica attiva o passiva ha migliorato la disabilità, l’impatto personale e sociale, il numero dei giorni con emicrania ed il numero di attacchi nei  pazienti. Questo approccio combinato garantisce ai pazienti con  emicrania cronica un elevato indice di efficacia superiore alla sola somministrazione di tossina botulinica”, conclude  Martelletti.

Il movimento come prevenzione dei disturbi cardiovascolari delle donne

Un altro studio, sempre focalizzato sui benefici dell’attività fisica, dimostra, invece, che basterebbero meno di quattro minuti di movimento fisico intenso e quotidiano per prevenire una serie di disturbi cardiovascolari nelle donne, anche quelle generalmente sedentarie. Secondo la ricerca, basata sull’analisi dei dati di 22mila persone tra i 40-69 anni  contenuti della Biobank britannica pubblicata sul British Journal of Sports Medicine, con 3,5 minuti di attività fisica vigorosa, anche se ripartita durante il giorno, i pericoli di sviluppare malattie cardiovascolari scenderebbero del 45% in queste donne. Il rischio di infarto addirittura del 50%. Gli esercizi capaci di apportare benefici così importanti includono semplici attività come il salire le scale velocemente per un qualsiasi motivo, sollevare buste della spesa o altri oggetti pesanti e trasportarli anche per una piccola distanza come dai negozi all’auto, correre. I volontari, tutti auto-dichiaratisi sedentari e senza disturbi di cuore all’inizio dello studio, hanno indossato un ‘braccialetto’ che registrava i loro movimenti per una settimana alla volta nel 2013 o nel 2015. La loro salute è stata seguita sino al 2022. Alla scadenza del monitoraggio, i dati emersi hanno mostrato, nelle donne che attuavano questi brevissimi esercizi fisici quotidianamente, un rischio cardiaco globalmente inferiore del 45%. Per gli uomini, anch’essi sedentari, attività energiche ma molto brevi, hanno avuto effetti decisamente minori: il rischio di disturbi cardiaci è risultato il 16% inferiore in chi di loro svolgeva circa 5,5 minuti al giorno di movimento intenso.

 

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