A rivelarlo un’indagine pubblicata sui Reports and Proceedings, ottenuta intervistando 725 genitori con almeno un figlio di età compresa tra uno e cinque anni
“Se non fai il bravo, Babbo Natale non ti porta i regali”: quale genitore non ha mai pronunciato, almeno una volta nella vita, questa frase? Probabilmente una cifra molto prossima allo zero. Anche se ha tutto il ‘suono’ di una minaccia, infatti, è utilizzata tipicamente durante le settimane che precedono il Natale per convincere i più piccoli a comportarsi bene. Ma attenzione: la frase avrebbe uno scarso valore educativo. A rivelarlo è un’indagine pubblicata sui Reports and Proceedings, ottenuta intervistando 725 genitori con almeno un figlio di età compresa tra uno e cinque anni. Molti di questi hanno anche minacciato di togliere i giocattoli o di non dare il dolce, mentre quasi la metà degli intervistati ha fatto ricorso a ‘premi’ per convincere i figli a comportarsi bene. In entrambi i casi, per i ricercatori si tratta di atteggiamenti genitoriali diseducativi per il bambino.
L’indagine è stata condotta da esperti della University of Michigan e coordinata dalla pediatra Susan Woolford: “Le minacce vuote minano la fiducia e la credibilità e, di solito, non sono efficaci – spiega Woolford – . Un rinforzo positivo e una disciplina coerente hanno maggiori probabilità di modellare il comportamento dei più piccoli a lungo termine”. I genitori lamentano però di dover dimenarsi nel tentativo di evitare un capriccio in pubblico. Quasi un quarto dei genitori afferma, inoltre, di irritarsi troppo quando il bambino si comporta male, di reagire impulsivamente o di essere troppo stanco per essere coerente. Alcuni dei genitori hanno anche ammesso di utilizzare strategie disciplinari non raccomandate dagli esperti: due su cinque a volte danno sculacciate, collegate a una maggiore aggressività nei bambini.
“I genitori dovrebbero evitare la tentazione di affidarsi a tattiche che potrebbero produrre gli effetti desiderati sul momento, ma che alla lunga hanno effetti negativi – dichiara Woolford -. Le strategie disciplinari devono essere adeguate all’età e al livello di sviluppo del bambino”, spiega. La punizione va scelta con cura e le conseguenze di un comportamento scorretto devono essere immediate, in modo che il bambino capisca il nesso tra il suo comportamento e la punizione – aggiunge -. Bisogna inoltre bilanciare la correzione con un rinforzo positivo, come l’elogio e la ricompensa, che aiuta i bambini a costruire l’autostima e a imparare dai loro errori”, conclude.
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