L’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare hanno siglato ogg un accordo di collaborazione della durata di cinque anni per la ricerca e lo sviluppo di radiofarmaci oncologici
L’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) hanno siglato oggi, presso il ministero dell’Università e della Ricerca, un accordo di collaborazione della durata di cinque anni per la ricerca e lo sviluppo di radiofarmaci oncologici. L’intesa è stata firmata dal presidente dell’ospedale, Tiziano Onesti, e dal presidente dell’INFN, Antonio Zoccoli, alla presenza del ministro Anna Maria Bernini. L’obiettivo è potenziare lo studio e lo sviluppo di radiofarmaci e migliorare le tecniche di radioterapia oncologica, contribuendo all’ottimizzazione di trattamenti sempre più precisi e personalizzati.
I radiofarmaci sono composti chimici che combinano una molecola vettore con una parte radioattiva (radionuclide). Questa struttura consente di indirizzare la radioattività verso specifici organi o tessuti, rendendoli essenziali sia per la diagnostica che per la terapia, soprattutto in campo oncologico. Quando i radiofarmaci sono utilizzati contemporaneamente per identificare e trattare una malattia, si parla di teranostica. La radioterapia utilizza radiazioni ionizzanti per trattare i tumori. “Mi piace pensare che saranno i bambini a salvare i bambini”, commenta Bernini. “Che la speranza di trovare soluzioni per curare tanti piccoli pazienti – continua – sia legata a questa catena di solidarietà e di fratellanza che si auto alimenta. In fondo la ricerca in campo medico è anche questo. Il malato che con la sua sofferenza è il dolce complice di una scoperta che potrà aiutare gli altri”.
“La firma di questo accordo è un esempio concreto di come la collaborazione tra il mondo della ricerca, la sanità e le istituzioni pubbliche possa contribuire a promuovere lo sviluppo di soluzioni innovative per la salute dei cittadini, con particolare attenzione ai pazienti più giovani”, dichiara Onesti. “Rafforzare questo rapporto significa investire nel futuro della medicina e della scienza, consolidando una rete di competenze al servizio del Paese e della comunità internazionale. Questo accordo non solo rappresenta un importante passo avanti nella lotta contro i tumori – continua – ma conferma il ruolo centrale della collaborazione tra enti di eccellenza per realizzare terapie sempre più personalizzate, sicure e all’avanguardia, in grado di rispondere ai bisogni dei pazienti pediatrici e delle loro famiglie”.
In particolare, l’accordo mira a sviluppare radiofarmaci PET di nuova generazione, capaci di offrire una precisione diagnostica superiore. La PET (“Tomografia a Emissione di Positroni”) è una tecnica avanzata di diagnostica per immagini che permette di osservare il funzionamento degli organi e dei tessuti grazie alla creazione di immagini dettagliate dei processi biologici nel corpo. Tra gli obiettivi principali dell’accordo vi sono il perfezionamento delle terapie radiometaboliche, con particolare attenzione ai tumori della tiroide e ai neuroblastomi, e la personalizzazione della radioterapia. Studi dosimetrici avanzati permetteranno di ottimizzare le dosi di trattamento per ogni paziente, come nel caso della mappa tridimensionale della distribuzione del radiofarmaco per pazienti con retinoblastoma trattati con brachiterapia.
Saranno condotte anche analisi di biocinetica e biodistribuzione per monitorare come i radiofarmaci si distribuiscono e agiscono nel corpo nel tempo. Una delle tecniche innovative prevede l’uso di dispositivi indossabili, come magliette o pigiami, dotati di dosimetri per un monitoraggio continuo e meno invasivo. Questa soluzione ridurrà la necessità di esami frequenti e prelievi di sangue, migliorando la qualità di vita dei pazienti. “L’accordo rappresenta un importante passo avanti nella lotta contro i tumori, specialmente nei pazienti pediatrici, dove l’accuratezza diagnostica e la personalizzazione delle terapie sono fattori determinanti per il successo dei trattamenti”, spiega il direttore scientifico del Bambino Gesù, Andrea Onetti Muda. “Moltissime tecnologie nate nel campo della fisica nucleare e della fisica delle particelle vengono già da tempo utilizzate con successo sia nella diagnostica sia nella terapia medica, nonché per lo studio e per la produzione di radiofarmaci. Per il progresso della società è fondamentale sostenere la ricerca scientifica e promuovere le collaborazioni interdisciplinari”, conclude Oscar Adriani, componente della Giunta Esecutiva INFN.
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