Nutri e Previeni 18 Settembre 2015 12:07

Expo: rischio ipertensione non solo dal sale

Anche lo zucchero, oltre al sale, gioca un ruolo importante nell’ipertensione arteriosa, che a sua volta è uno dei principali fattori di rischio per la salute globale e la mortalità precoce. Anche se sul banco degli imputati è uno solo dei due componenti dello zucchero comunemente consumato: il fruttosio. Citando dati e studi pubblicati, ne […]

Expo: rischio ipertensione non solo dal sale

shutterstock_148360391Anche lo zucchero, oltre al sale, gioca un ruolo importante nell’ipertensione arteriosa, che a sua volta è uno dei principali fattori di rischio per la salute globale e la mortalità precoce. Anche se sul banco degli imputati è uno solo dei due componenti dello zucchero comunemente consumato: il fruttosio.

Citando dati e studi pubblicati, ne ha parlato Simonetta Genovesi, della Clinica Nefrologica dell’Università Milano-Bicocca (Ospedale San Gerardo di Monza), a un incontro su “Quando il cibo può far male ai bambini”, promosso a Milano dal Collegio Italiano dei Chirurghi nell’ambito di Expo 2015.

“Nonostante il nome, la quantità di fruttosio che si trova nella frutta è assolutamente trascurabile” – ha precisato la professoressa – “mentre rappresenta il 50% dello zucchero comune o saccarosio (l’altro 50% è glucosio), il 60% degli sciroppi di fruttosio generalmente utilizzati dall’industria dolciaria e il 100% dei dolcificanti al fruttosio”.

“Ebbene – sostiene Genovesi – “nel bambino e nell’adolescente gli alimenti con aggiunta di fruttosio costituiscono una delle principali fonti di acido urico”, e numerosi studi hanno dimostrato che esiste un’associazione tra i livelli di acido urico e ipertensione”, tanto che sempre maggiori evidenze suggeriscono che l’acido urico debba essere considerato un marker di rischio cardiovascolare nell’adulto”.

La professoressa cita studi Usa pubblicati sulla rivista Hypertension (2012), nei quali si evidenzia che “nei bambini e negli adolescenti la presenza di ipertensione è associata a più alti livelli di acido urico”, dati confermati sui bambini italiani dalla stessa Genovesi, autrice di uno studio pubblicato sulla rivista Pediatrics (2013). E non è tutto!

Secondo Genovesi : “La “fame” di zucchero è correlata a quella si sale (il più noto fra i fattori ‘ipertensivi’), negli adulti e nei bambini. “In particolare, accade che i bambini bevono di più perché mangiano ‘troppo’ salato (sono il 40% dei piccoli fino a 3 anni e il 70% di quelli fino a 6 anni) hanno preferenza, invece che per l’acqua, per le bevande gassate e zuccherate (molto spesso con sciroppi di fruttosio), sommando così le azioni negative di troppo sale nella dieta e troppi zuccheri contenuti nelle bevande”.

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