Nutri e Previeni 11 Aprile 2016 11:19

Zucchero come droghe: dipendenza si combatte bloccando la dopamina

Come dimostra un nuovo studio della Queensland University of Technology in Australia, che ha indagato i possibili collegamenti fra dipendenza da zucchero e da droghe, la dipendenza da zucchero, alla base della crescente epidemia globale di obesità, potrebbe essere trattata nella stessa maniera con cui si tratta quella da alcol, fumo e farmaci stupefacenti come […]

Zucchero come droghe: dipendenza si combatte bloccando la dopamina

dolciCome dimostra un nuovo studio della Queensland University of Technology in Australia, che ha indagato i possibili collegamenti fra dipendenza da zucchero e da droghe, la dipendenza da zucchero, alla base della crescente epidemia globale di obesità, potrebbe essere trattata nella stessa maniera con cui si tratta quella da alcol, fumo e farmaci stupefacenti come la morfina. “Essenzialmente lo zucchero, come le altre droghe da abuso, agisce sul percorso della ricompensa situato nel cervello”, scrive il responsabile dello studio Masroor Shariff della School of Clinical Sciences dell’ateneo, sulla rivista Plos One. “Studi precedenti hanno mostrato che il consumo di zucchero aumenti significativamente il rilascio di dopamina nei centri di ricompensa nel cervello”, aggiunge. Il consumo nel lungo termine può tuttavia ridurre i livelli di dopamina, il che induce ad un consumo maggiore per raggiungere lo stesso livello di ricompensa.

Lo studio sui topi
“Secondo le ultime stime dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), 1,9 miliardi di persone nel mondo sono attualmente in sovrappeso, e tra queste 600 milioni sono obese. E’ dimostrato che il consumo eccessivo di zucchero contribuisce direttamente all’aumento di peso”, scrive ancora Shariff. “E’ stato anche accertato che lo zucchero comporta ripetutamente un aumento di livelli di dopamina che controllano i centri della ricompensa e del piacere nel cervello, in una maniera simile alle droghe da abuso”. Lo studio, che ha sperimentato le modalità in cui la dipendenza da zucchero può essere trattata in topi di laboratorio, è il primo al mondo a mostrare come i trattamenti comunemente usati per ridurre la dipendenza dagli stupefacenti, possano essere utilizzati per trattare il continuo consumo di zucchero. Di fatto si è visto che i farmaci che regolano il rilascio di dopamina nel cervello e riducono il desiderio incontenibile e incontrollato di ricadere nell’abuso delle droghe, contribuiscono a ridurre il consumo compulsivo di zucchero.

Articoli correlati
Un nuovo studio del Cnr fa luce su come il cervello percepisce il mondo
Uno studio dell'Istituto di neuroscienze del Cnr di Pisa, pubblicato su Nature Communications, ha indagato per la prima volta dal punto di vista sperimentale la funzione svolta dalla corteccia visiva secondaria nei processi di apprendimento percettivo visivo, evidenziandone il ruolo rispetto alla corteccia visiva primaria
Ictus cerebrale, il cuore gioca un ruolo cruciale. La fibrillazione atriale è tra i principali fattori di rischio
Il cuore gioca un ruolo cruciale nell’insorgenza dell’ictus cerebrale, essendone la fibrillazione atriale una delle principali cause. Ma non tutti sono a conoscenza di questo legame pericoloso e A.L.I.Ce. Italia Odv, in occasione di aprile mese della prevenzione, intende sensibilizzare le persone sull’importanza di non sottovalutare lo stretto rapporto tra cuore e cervello
di V.A.
Alzheimer: regolare i livelli di dopamina riduce i sintomi nelle prime fasi della malattia
Uno studio dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, insieme alla Fondazione Santa Lucia IRCCS di Roma e condotto su modelli sperimentali, ha confermato che la stimolazione dopaminergica è efficace nel ridurre l’ipereccitabilità dell’ippocampo condizione alla base dell’insorgenza di epilessia e che può contribuire al progressivo danno cognitivo nell'Alzheimer
La neuroscienziata Arianna Di Stadio: “Proteggiamo il cervello con l’alimentazione”
Il nostro cervello può essere protetto dall'invecchiamento grazie all'alimentazione. A spiegarlo è Arianna di Stadio, attualmente docente di Otorinolaringoiatria all’Università di Catania e ricercatore onorario all’UCL Queen Square Neurology di Londra, intervistata da Sanità Informazione
Scienziati italiani hanno “ingegnerizzato” una proteina per potenziare la memoria
Una proteina normalmente presente nel cervello è stata modificata geneticamente con l'obiettivo di potenziare la memoria. A farlo è stato un gruppo di neuroscienziati italiani in uno studio pubblicato su Science Advances, che apre la strada a nuove possibilità terapie contro le malattie neurodegenerative
di V.A.
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Prevenzione

Ecco il nuovo Calendario per la Vita: tutte le vaccinazioni secondo le ultime evidenze scientifiche

Il documento affronta tutti gli strumenti per la prevenzione, dai vaccini contro il COVID-19 agli strumenti per combattere l’RSV, passando per i vaccini coniugati contro lo Pneumococco e quello ...
Salute

Ricetta cartacea addio: dal 1° gennaio 2025 previste solo quelle elettroniche

Ora, salvo le eccezioni ancora consentite durante questa fase transitoria, saranno 488mila i medici e gli odontoiatri che prescriveranno le ricette in formato elettronico
di I.F.
Advocacy e Associazioni

Disabilità: ecco tutte le novità in vigore dal 1° Gennaio 2025

L’avvocato Giovanni Paolo Sperti, in un’intervista a Sanità Informazione, spiega quali saranno le novità in tema di legge 104/1992, indennità di accompagnamento e revi...