Nel convegno presso la Corte d’Appello ribadita la necessità di districare la matassa. Gli interventi di Roberto Lala (presidente OMCeO Roma), Dario Focarelli (Dg Ania) e Tiziana Frittelli (Dg Fondazione Tor Vergata)
La responsabilità sanitaria è uno dei temi attualmente più caldi per il mondo medico, e non solo: complice la discussa legge sull’obbligo di Rc professionale, è evidente la necessità di dipanare questa complicata matassa che coinvolge tanti punti di vista: assicurativo, legislativo, giuridico.
Il recente convegno tenutosi presso la Corte D’Appello di Roma ha approcciato in modo proficuo la questione secondo un’ottica “multidisciplinare”. A partire da quell’agognata legge quadro che molto gioverebbe ai professionisti. “Una legge quadro e soprattutto regole certe – afferma Roberto Lala, presidente dell’OMCeo di Roma – sono necessarie in un ambito come quello della professione medica, dove nulla è ragionieristico o geometrico ma, al contrario, sono innumerevoli le variabili e le problematiche che possono presentarsi. Il medico – continua Lala – proprio perché vuole assumersi la responsabilità del proprio operato, deve poterlo fare secondo regole precise”.
Regole precise che si dimostrano necessarie anche esaminando la questione dal punto di vista assicurativo, come sottolineato dal Dg di Ania, Dario Focarelli: “Va innanzitutto chiarito fin dove arriva la responsabilità del medico. In secondo luogo, fondamentale è l’approvazione su tutto il territorio nazionale di quelle tabelle per il risarcimento previste da anni, comprese quelle che definiscono il danno non patrimoniale. Va rafforzato, infine, il risk management nelle strutture ed il rapporto di collaborazione e cooperazione con il paziente. Questi tre fattori – conclude Focarelli – potranno portarci finalmente al livello degli altri Paesi, e renderanno assicurabili in modo trasparente sia i medici sia le strutture.
Tra i protagonisti di questo brainstorming di alto profilo anche il mondo universitario, grazie alla presenza della dottoressa Tiziana Frittelli, Dg della Fondazione Policlinico Tor Vergata, che parla di “molteplici piani d’intervento, in primis la modifica del decreto Balduzzi su cui il Parlamento sta animatamente lavorando. Il problema – continua Frittelli – è la sostenibilità del sistema di fronte ad una attenzione nuova da parte dei pazienti e degli stakeholders coinvolti. Chi come noi, invece, opera in prima linea in Sanità, deve tener conto in primo luogo del paziente, ma anche delle istanze degli operatori, e di tutti quegli aspetti che costituiscono una criticità: la medicina difensiva ne è un esempio lampante – conclude – che non solo occupa circa il 10% del Fondo Sanitario Nazionale, ma incide anche sui fondi di rischio e assicurativi”.