Nutri e Previeni 16 Luglio 2018 13:22

Sport: latte e cioccolato per ritrovare le energie

(Reuters Health) – Con il suo contributo di carboidrati, proteine e grassi, di acqua ed elettroliti, latte e cioccolato è una bevanda utile agli atleti, almeno quanto gli sport drink, per riprendersi dopo l’attività fisica. È quanto suggerisce una ricerca pubblicata dall’European Journal of Clinical Nutrition. Lo studio è stato coordinato da Amin Salehi-Abargouei, della […]

Sport: latte e cioccolato per ritrovare le energie

(Reuters Health) – Con il suo contributo di carboidrati, proteine e grassi, di acqua ed elettroliti, latte e cioccolato è una bevanda utile agli atleti, almeno quanto gli sport drink, per riprendersi dopo l’attività fisica. È quanto suggerisce una ricerca pubblicata dall’European Journal of Clinical Nutrition. Lo studio è stato coordinato da Amin Salehi-Abargouei, della Shahid Sadoughi University of Medical Science di Yazd, in Iran.

Lo studio
I ricercatori hanno esaminato i dati di 12 studi di piccole dimensioni che confrontavano l’effetto di latte e cioccolato  sui diversi indicatori di recupero degli esercizi sportivi, rispetto a una bevanda placebo o a uno sport drink. Gli atleti si dedicavano per lo più a corsa o bicicletta e i ricercatori andavano poi a valutare i marker di recupero, come il tempo necessario all’esaurimento energetico durante gli allenamenti, i livelli di sforzo percepito dagli atleti, la frequenza cardiaca e i livelli di acido lattico e dell’enzima creatin-chinasi nel sangue.

I risultati
Dai risultati è emerso che latte e cioccolato hanno allungato il tempo di percezione della fatica durante l’allenamento, hanno migliorato la frequenza cardiaca o i livelli di acido lattico nel sangue, almeno quanto altre bevande. E in alcuni casi, secondo i ricercatori,  latte e cioccolato sono risultati migliori rispetto a bevande alternative.“Latte e cioccolato è un’opzione a basso costo, gustosa e adatta al recupero fisico e fornisce effetti simili o superiore rispetto alle bevande commerciali”, spiega l’autore dello studio Salehi-Abargouei.

Fonte: European Journal of Clinical Nutrition
Lisa Rapaport
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

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