I dati sono stati riportati da Massimo Ciccozzi della Università Campus Bio-Medico di Roma, in un articolo pubblicato sulla rivista Viruses, che analizza i fattori che perpetuano il peso delle malattie tropicali trascurate, evidenziando come le scarse infrastrutture sanitarie, le condizioni socioeconomiche sfavorevoli e la mancanza di risorse terapeutiche ne esacerbano l’impatto
Colpiscono più di un miliardo di persone nel mondo, prevalentemente in comunità a basso reddito con infrastrutture sanitarie limitate, e causano complessivamente 19 milioni di anni di vita persi ogni anno. Sono le malattie tropicali trascurate (NTD), un gruppo di infezioni croniche e debilitanti, che mietono vittime non solo a causa della malattia stessa, ma anche per la disabilità che ne scaturisce. Gli allarmanti dati sono stati riportati da Massimo Ciccozzi della Università Campus Bio-Medico di Roma, in un articolo pubblicato sulla rivista Viruses, che analizza i fattori che perpetuano il peso delle NTD, evidenziando come le scarse infrastrutture sanitarie, le condizioni socioeconomiche sfavorevoli e la mancanza di risorse terapeutiche ne esacerbano l’impatto. Anche le conseguenze socioeconomiche di queste malattie sono enormi: basti pensare semplicemente al fatto che i bambini infetti da NTD, spesso, soffrono di ritardi nella crescita, malnutrizione e deficit cognitivi, che compromettono le loro opportunità educative e lavorative future. La review sottolinea l’efficacia degli interventi attuali, come i programmi di somministrazione massiccia di farmaci (MDA) e il miglioramento dei servizi igienico-sanitari, nel ridurre la prevalenza della malattia, ma evidenzia che c’è ancora tantissimo da fare su questo fronte, ricordando anche il ruolo del cambiamento climatico che, alterando le dinamiche di trasmissione ed ampliando i territori colpiti, rappresenta una sfida emergente. “Sebbene i programmi internazionali abbiano segnato significativi progressi – ribadisce l’esperto – il raggiungimento degli obiettivi di eliminazione entro il 2030 (nel 2023, l’Oms ha riconosciuto che 50 paesi hanno eliminato almeno una NTD; l’obiettivo è arrivare a 100 paesi entro il 2030) richiede un impegno costante, innovazione e una maggiore capacità di ricerca nei Paesi endemici”.
“Nonostante gli sforzi internazionali, tra cui la Dichiarazione di Londra del 2012 e la Roadmap dell’OMS 2021-2030, i progressi verso l’eliminazione delle NTD sono stati ostacolati da sfide persistenti – scrive l’autore nelle conclusioni della ricerca -. Una debole infrastruttura sanitaria spesso limita l’accesso a una distribuzione diffusa dei trattamenti, mentre mantenere un’elevata copertura nei programmi NTD rimane particolarmente difficile nelle aree remote o colpite da conflitti. Inoltre, le condizioni ambientali e sociali, come servizi igienici inadeguati, accesso limitato all’acqua potabile sicura e scarsa igiene personale, continuano a facilitare la trasmissione delle malattie. Il cambiamento climatico esacerba queste sfide accelerando l’espansione di vettori di malattie e parassiti in nuove regioni. L’aumento delle temperature globali e i cambiamenti nei modelli meteorologici stanno estendendo le stagioni di trasmissione e aumentando il rischio di NTD in popolazioni precedentemente non colpite. Le proiezioni indicano che il riscaldamento globale potrebbe intensificare questi impatti, rendendo necessarie risposte più adattabili e flessibili. Inoltre, la mancanza di solidi sistemi di informazione sanitaria in molte regioni contribuisce alla sottostima e ai dati imprecisi, indebolendo gli sforzi per monitorare la prevalenza delle malattie, valutare il successo degli interventi e allocare le risorse in modo efficace. Il rafforzamento di questi sistemi è essenziale per garantire il successo dei programmi di controllo e per comprendere meglio il vero peso delle NTD”.
Per affrontare efficacemente le NTD, secondo Ciccozzi, è necessario un approccio integrato e multisettoriale. Oltre ai trattamenti medici, è fondamentale affrontare le condizioni sociali ed economiche che consentono a queste malattie di prosperare. “I programmi di istruzione della comunità che enfatizzano la prevenzione, le migliori pratiche igieniche e la partecipazione attiva alle iniziative sanitarie possono migliorare l’aderenza agli interventi di sanità pubblica – si legge nelle conclusioni dell’articolo – . Gli investimenti in infrastrutture idriche e igienico-sanitarie, insieme a iniziative per rafforzare le economie locali, sono fondamentali per spezzare il ciclo di povertà e malattia. La collaborazione tra governi, organizzazioni non governative, industria farmaceutica e comunità locali si è dimostrata efficace nel ridurre i costi sociali ed economici delle NTD attraverso strategie come la distribuzione gratuita di farmaci e lo sviluppo di trattamenti mirati. Per raggiungere gli ambiziosi obiettivi di eliminazione del 2030, sono essenziali una mobilitazione sostenuta delle risorse, una maggiore capacità di ricerca e innovazione locale e l’adozione di nuove tecnologie per la diagnostica e la gestione terapeutica. Questi passaggi miglioreranno l’efficacia e la sostenibilità degli interventi, garantendo progressi a lungo termine. In conclusione, l’eliminazione delle malattie tropicali neglette non solo migliorerebbe la salute e il benessere di milioni di persone, ma rappresenterebbe anche un passo fondamentale verso il superamento delle disuguaglianze sanitarie globali. Con un impegno sostenuto, risorse adeguate e soluzioni innovative, un futuro libero dalle NTD può diventare realtà, consentendo lo sviluppo sociale ed economico per le comunità più vulnerabili del mondo”, assicura Massimo Ciccozzi.
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