“Nuove sostanze chimiche continuano ad essere scoperte con una frequenza angosciante ed è probabile che ci siano ulteriori collegamenti ancora sconosciuti”: è la denuncia un gruppo di esperti sulle pagine del New England Journal of Medicine, che chiede nuove norme per proteggere i più piccoli dagli effetti di questi prodotti chimici
Si allunga la lista delle sostanze chimiche ampiamente e quotidianamente utilizzate che provocano danni per la salute dei bambini. Queste sostanze “continuano ad essere scoperte con una frequenza angosciante ed è probabile che ci siano ulteriori collegamenti ancora sconosciuti”, denuncia un gruppo di esperti sulle pagine del New England Journal of Medicine, chiedendo nuove norme per proteggere i più piccoli dagli effetti di questi prodotti chimici. Ad oggi, spiegano i ricercatori, sono presenti sul mercato circa 350mila sostanze chimiche, miscele chimiche e materie plastiche. Si tratta di prodotti che giungono sul mercato con una scarsa valutazione dell’impatto sulla salute. “Meno del 20% è stato testato per la tossicità e ancora meno per gli effetti tossici nei neonati e nei bambini”, aggiunge il team di ricerca. Il numero di sostanze cresce ininterrottamente dagli anni Cinquanta del secolo scorso ed è destinato a raddoppiare entro il 2050.
Di pari passo, stanno crescendo le prove scientifiche sugli effetti negativi di alcune sostanze chimiche sulla salute dei bambini: “Negli ultimi cinquant’anni, i tassi di malattie non trasmissibili nei bambini sono aumentati notevolmente – scrivono i ricercatori -. L’incidenza dei tumori infantili è aumentata del 35%. I difetti riproduttivi maschili alla nascita sono raddoppiati in frequenza. I disturbi dello sviluppo neurologico colpiscono ora un bambino su sei e il disturbo dello spettro autistico viene diagnosticato in uno su 36”. E ancora: “l’asma in età pediatrica è triplicata. L’obesità infantile è quasi quadruplicata ed ha portato ad un forte aumento del diabete di tipo 2 tra bambini e adolescenti”. Per molte di queste condizioni è stato dimostrato il legame con l’esposizione a fattori ambientali. Per i ricercatori è giunto il momento di cambiare approccio. “I prodotti chimici, le plastiche e i prodotti a base chimica dovrebbero essere autorizzati ad entrare e rimanere sui mercati solo se una rigorosa valutazione scientifica indipendente dimostrasse che non sono tossici per le persone di qualsiasi età, in particolare i bambini, ai livelli di esposizione previsti”, concludono gli esperti.
Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato