A comunicare l’avvio dell’iniziativa è l’Istituto superiore di sanità: in Italia coinvolgerà almeno 10 strutture da Nord a Sud
Nel 2023 in Italia sono stati oltre 16mila gli episodi di violenza contro i lavoratori delle strutture sanitarie, che hanno coinvolto circa 18mila operatori. È per contenere questa crescente emergenza delle aggressioni in sanità che è nato il progetto Ue Brave-Wow (Building Respectful And Violence-free gender-inclusive Environments in the World Of Work), finalizzato a costruire ambienti di lavoro rispettosi. A comunicare l’avvio dell’iniziativa è l’Istituto superiore di sanità. “La violenza di genere, le aggressioni e le molestie sul lavoro sono sottovalutate e spesso non vengono rilevate – sottolinea l’Iss sul suo sito web – ma secondo l’Organizzazione internazionale del lavoro (Oil) sono un fenomeno così diffuso che più di una persona su cinque (22,8%, ovvero 743 milioni) ha subito almeno una qualche forma durante la vita lavorativa. Per comprenderne le cause e promuovere interventi a breve e lungo termine è partito il progetto europeo”.
“Brave-Wow, che è finanziato fino al 2027 – illustra l’Iss – comprenderà anche l’impiego dell’intelligenza artificiale che verrà utilizzata in parallelo alla somministrazione del questionario specifico per la violenza di genere sul lavoro (Gender Based Violence at Work Questionnaire-GBVW_Q), integrato con il questionario sul lavoro dignitoso (Decent Work Questionnaire-DW_Q). L’obiettivo è cercare di valutare il fenomeno nelle organizzazioni sanitarie di Portogallo (Paese capofila), Italia, Spagna e Slovenia”. Il progetto coinvolgerà le parti interessate attraverso gruppi di discussione, interviste e analisi dei social media per identificare e affrontare la violenza e il bullismo. I risultati porteranno all’implementazione di strategie, protocolli, metodi e strumenti di lavoro trasferibili. Congiuntamente alle procedure e alle politiche, sarà lanciata una campagna di comunicazione e di metodologie in tutta la comunità europea. Per l’Italia saranno contattati almeno 10 ospedali di medie e grandi dimensioni sul territorio nazionale, per avere la possibilità di stratificare le risposte secondo le diverse figure professionali. Per garantire una buona rappresentatività statistica, il campione di ospedali sarà selezionato in base alla distribuzione geografica, proporzionale alla quota della popolazione residente (4 ospedali nel Nord, 2 al Centro e 4 nel Sud).
“Dai dati 2023 delle aggressioni ai sanitari italiani emerge che le infermiere sono le vittime più frequentemente prese di mira – ricorda l’Iss – seguite da medici e assistenti sanitari, e due terzi delle vittime sono donne. I luoghi più pericolosi sono le sale di emergenza, le unità di cura dei pazienti, le unità psichiatriche e le cliniche ambulatoriali. Secondo il database europeo sulle lesioni (European Injury Database, Eu-Idb), circa quattro visite su cinque al pronto soccorso a causa di violenza coinvolgono uomini. Tuttavia, nelle aree mediche la percentuale di episodi di violenza contro le donne raddoppia rispetto al dato complessivo, evidenziando un contesto in cui le donne sono soggetti particolarmente vulnerabili. Secondo i dati 2022 del ministero della Salute in totale circa 700mila persone lavorano nel settore sanitario e assistenziale, di cui il 69% sono donne”.
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