Uno studio spagnolo, condotto dall’Universitat Autònoma de Barcelona, dal Gregorio Marañón Health Research Institute e dell’Hospital del Mar Research Institute, ha dimostrato che durante la gravidanza il cervello perde una quota importante di materia grigia.
La gravidanza non modifica solo l’aspetto esteriore di una donna, ma anche il suo cervello. Uno studio spagnolo, condotto dall’Universitat Autònoma de Barcelona (UAB), dal Gregorio Marañón Health Research Institute e dell’Hospital del Mar Research Institute, ha dimostrato che durante la gravidanza il cervello perde una quota importante di materia grigia. Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature Communications, ha confrontato per la prima volta, tramite la risonanza magnetica, le possibili alterazioni subite dal cervello di donne in dolce attesa a coloro non sono incinte.
Lo studio mostra una riduzione e un recupero parziale nel post partum di quasi il 5% nel 94% del volume totale di materia grigia, soprattutto nelle regioni deputate alla cognizione sociale. Per arrivare a queste conclusioni i ricercatori hanno analizzato il cervello di 179 donne con l’obiettivo di studiare i cambiamenti strutturali durante il secondo e il terzo trimestre di gravidanza e i primi sei mesi dopo il parto, sulla base di una risonanza magnetica eseguita prima del concepimento. I risultati sono stati confrontati con eventuali variazioni in donne non incinte i cui partner hanno avuto una gravidanza durante lo studio, come gruppo di controllo. L’inclusione di questo queste ultime donne ha permesso di determinare che la traiettoria dei cambiamenti cerebrali è da attribuirsi principalmente al processo biologico della gravidanza, quindi a fattori ormonali, piuttosto che all’esperienza di diventare madre.
L’evoluzione di questi cambiamenti morfologici nel cervello sembrerebbe infatti associata a fluttuazioni di due estrogeni (estriolo-3-solfato ed estrone-solfato), ormoni che aumentano esponenzialmente durante la gravidanza e tornano ai livelli basali (normali) dopo il parto. Nello specifico, i ricercatori hanno osservato che un maggiore aumento e una successiva diminuzione dei livelli di estrogeni sono associati a una maggiore diminuzione e successiva ripresa del volume della materia grigia cerebrale. Infine, analizzando la possibile influenza dei cambiamenti cerebrali sul comportamento materno, è emerso che le donne con una percentuale più alta di recupero del volume di materia grigia durante il post-partum strutturano un legame più forte con il loro bambino a 6 mesi dal parto, dove il benessere materno fioca un ruolo chiave per il miglioramento dell’associazione tra cambiamenti cerebrali e legame materno-filiale.
I dati dello studio non solo forniscono informazioni importanti per comprendere la neurobiologia del cervello materno, ma aprono la strada per studi futuri con altre modalità di neuroimaging e campioni più diversificati di donne, comprese coloro con condizioni cliniche come la depressione post-partum, per favorire la comprensione del cervello in questo periodo del ciclo della vita femminile.
Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato