La Società Italiana d’Igiene auspica che il Ministro Valditara non tralasci di inserire, nella Riforma della Scuola, programmi di educazione alla salute che si inseriscano nell’offerta formativa con la cura dell’ambiente scolastico, fisico e sociale
L’inserimento dell’educazione alla salute, al benessere e alla prevenzione nei programmi scolastici, secondo la Società Italiana d’Igiene (SItI) potrebbe rappresentare un passo fondamentale per la formazione integrale delle nuove generazioni. In un’epoca caratterizzata da stili di vita sempre più sedentari, cattive abitudini alimentari e crescente esposizione a fattori di rischio, è imperativo che la scuola si faccia promotrice di una cultura della salute e possibilmente si realizzino a pieno le azioni verso un approccio globale alla salute come prevede il modello “Scuole che promuovono Salute”, il primo programma del Piano Nazionale Prevenzione. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, circa il 39% degli adulti a livello globale è in sovrappeso, mentre il 13% è obeso. Inoltre, il diabete di tipo 2 ha visto un incremento del 108% dal 1980 ad oggi. Questi dati sottolineano l’importanza di intervenire già dalla giovane età con programmi di prevenzione. Per la SItI “l’educazione alla salute va ben oltre la semplice trasmissione di nozioni teoriche. Essa implica l’acquisizione di competenze pratiche e la consapevolezza di comportamenti che influenzano direttamente la qualità della vita. La scuola, in quanto luogo di formazione per eccellenza, ha il compito di preparare i giovani non solo dal punto di vista accademico, ma anche nella capacità di prendersi cura di sé stessi e degli altri. Uno degli aspetti chiave è la prevenzione, intesa come capacità di riconoscere e gestire i rischi per la salute prima che questi si trasformino in problemi cronici. Un’educazione adeguata può contribuire a ridurre l’incidenza di malattie come l’obesità, il diabete di tipo 2 e le patologie cardiovascolari, promuovendo scelte consapevoli sin dalla giovane età”.
La SItI sottolinea anche l’importanza della promozione del benessere psicologico, “essenziale in un periodo storico in cui l’incidenza di disturbi come l’ansia e la depressione tra i giovani è in aumento”, spiega la Società scientifica. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, il 16% degli adolescenti italiani manifesta sintomi depressivi. “La scuola può offrire strumenti di gestione dello stress, educazione emotiva e pratiche di mindfulness, contribuendo così a creare un ambiente più sereno e favorevole all’apprendimento. Un altro aspetto fondamentale dell’educazione alla salute è la prevenzione delle dipendenze. L’abuso di sostanze come alcol, tabacco e droghe, così come la dipendenza da dispositivi digitali, rappresentano minacce concrete per la salute fisica e mentale dei giovani”, aggiungono gli esponenti della SItI. Secondo uno studio dell’Istituto di Ricerca Farmacologica ‘Mario Negri’, il 20% degli adolescenti italiani ha provato almeno una volta droghe leggere. “La scuola, attraverso programmi specifici, può educare gli studenti sui rischi delle dipendenze e fornire loro strategie per resistere alle pressioni sociali e fare scelte consapevoli – continua la Società scientifica -. È cruciale anche l’educazione alla prevenzione delle malattie infettive, soprattutto dopo l’esperienza globale della pandemia di COVID-19. L’adozione di pratiche igieniche adeguate, come il lavaggio delle mani e la copertura della bocca durante starnuti e colpi di tosse, può ridurre significativamente la diffusione di virus e batteri così come una corretta formazione ad una sessualità consapevole potrebbe ridurre la diffusione di patologie sessualmente trasmissibili, oggi in forte crescita, che non solo rappresentano seri rischi per la salute ma impattano anche sulla capacità riproduttiva in età adulta, una delle cause della denatalità così forte nel nostro Paese. È anche importante sensibilizzare sui benefici delle vaccinazioni, che rappresentano uno dei mezzi più efficaci per prevenire malattie gravi”.
L’introduzione di questi elementi nei programmi scolastici risponderebbe anche a un principio di equità sociale: non tutti i bambini e gli adolescenti hanno accesso alle stesse risorse e opportunità educative fuori dall’ambiente scolastico. “Garantire un’educazione alla salute all’interno del percorso formativo significa colmare queste disuguaglianze e fornire a tutti gli strumenti per un futuro sano e consapevole. Infine, investire nella formazione alla salute in ambito scolastico significa gettare le basi per una società più informata e responsabile, capace di affrontare con maggiore resilienza le sfide sanitarie globali”, commenta ancora la SItI. La salute è un diritto fondamentale, e la scuola deve essere il primo luogo dove questo diritto viene tutelato e promosso con forza e coerenza. “Ci auguriamo quindi che il Ministro Valditara non tralasci nella sua riforma della Scuola, attesa da troppi anni, di inserire nei programmi, fin dalla scuola primaria, elementi di educazione alla salute che si innestino in un piano di offerta formativa armonico con la cura dell’ambiente scolastico, fisico e sociale, e dei servizi rivolti alla comunità educante. La nostra Società scientifica è, come sempre, a disposizione delle Istituzioni per collaborazioni fattive e proficue” conclude la Prof.ssa Roberta Siliquini, Vice Presidente della Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI).
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