I ricercatori hanno analizzato le cartelle cliniche rese anonime dei pazienti. Hanno confrontato 175 esiti di salute tra coloro che hanno assunto farmaci GLP-1RA per il diabete e quelli che hanno assunto farmaci più tradizionali di altri tipi
Fanno bene alla salute cognitiva e comportamentale, ma aumentano il rischio di pancreatite e di patologie renali. È questo il bilancio che gli scienziati della Washington University School of Medicine di St. Louis e del Veterans Affairs (VA) St. Louis Health Care System hanno tratto analizzando gli effetti che derivano dall’assunzione dei farmaci per perdere peso appartenenti alla classe degli agonisti del recettore GLP-1. Lo studio, pubblicato su Nature Medicine, è frutto di una valutazione sistematica dei risultati clinici di oltre due milioni di persone con diabete che assumevano i popolari farmaci per la perdita di peso. Gli studiosi hanno riscontrato effetti a tutti i livelli dell’organismo. “Il nostro approccio ci ha permesso di costruire un atlante completo che mappa le associazioni del GLP-1RA in tutti gli organi – spiega l’autore senior Ziyad Al-Aly -. I risultati dello studio forniscono indicazioni su alcuni benefici e rischi dei GLP-1RA”.
I ricercatori hanno analizzato le cartelle cliniche rese anonime dei pazienti. Hanno confrontato 175 esiti di salute tra coloro che hanno assunto farmaci GLP-1RA per il diabete e quelli che hanno assunto farmaci più tradizionali di altri tipi. I farmaci GLP-1RA sono stati associati a benefici significativi per la salute neurologica e comportamentale, con una riduzione del rischio di convulsioni e di dipendenza da sostanze come alcol, cannabis, stimolanti e oppioidi. Le persone che assumono i farmaci per la perdita di peso hanno anche registrato una diminuzione del rischio di ideazione suicida, autolesionismo, bulimia e disturbi psicotici come la schizofrenia. I risultati hanno mostrato anche una diminuzione del rischio di disturbi neurocognitivi come l’Alzheimer e la demenza.
“È interessante notare che i farmaci GLP-1RA agiscono sui recettori espressi in aree cerebrali coinvolte nel controllo degli impulsi, nella gratificazione e nella dipendenza, il che spiega potenzialmente la loro efficacia nel controllo dell’appetito e delle dipendenze – dichiara Al-Aly – . E poi oltre a far perdere peso riducono anche l’infiammazione cerebrale. Entrambi questi fattori possono migliorare la salute del cervello e spiegare la riduzione del rischio di patologie come Alzheimer e altre forme di demenza”. Lo studio ha anche confermato i risultati di precedenti ricerche che descrivevano il potenziale dei farmaci nel ridurre il rischio di infarto, ictus e altri problemi cardiovascolari.
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