Dare impulso a misure concrete per rispondere all’emergenza salute mentale. Questo è l’obiettivo dell’Intergruppo Parlamentare “One Mental Health”, presentato oggi presso la Sala Nassiriya del Senato
Dare impulso a misure concrete per rispondere all’emergenza salute mentale. Questo è l’obiettivo dell’Intergruppo Parlamentare “One Mental Health”, presentato oggi presso la Sala Nassiriya del Senato. Composto da deputati e senatori eletti nella XIX legislatura, l’intergruppo “One Mental Health” si pone come uno spazio di dialogo e confronto permanente per coordinare e valorizzare le istanze di tutti gli attori operanti nel mondo della salute mentale – esperti, stakeholder, enti e associazioni – e per trasformarle in interventi legislativi efficaci, in grado di migliorare l’accesso alle cure e l’inclusione sociale per le persone con disturbi mentali. Questo nuovo organismo intende operare su un’agenda di interventi che affronti i temi di maggiore urgenza, tra cui l’adeguamento dell’offerta assistenziale, il potenziamento delle risorse e la lotta allo stigma.
“Voglio ringraziare innanzitutto i colleghi che hanno aderito – dichiara il senatore Ignazio Zullo, membro della Commissione 10a permanente del Senato e presidente dell’Intergruppo Parlamentare One Mental Health -, ma anche esprimere un ringraziamento per l’interesse che il tema ha già suscitato tra i vari stakeholder. La mia speranza è che questo Intergruppo riesca ad affrontare la tematica della malattia mentale sia sul piano dell’assistenza sanitaria, sia sul versante della protezione sociale, dell’inclusione, del reinserimento lavorativo”. Un obiettivo che “comporta un’organizzazione del Servizio Sanitario Nazionale, ma anche dell’area sociosanitaria che coinvolge anche i Comuni”. Senza dimenticare altre questioni urgenti, “come la cosiddetta doppia diagnosi che sussiste quando la malattia mentale si accompagni a una dipendenza patologica, e il superamento delle Rems”.
“La costituzione dell’intergruppo parlamentare – dichiara Alberto Siracusano, professore emerito di Psichiatria, Università di Tor Vergata, coordinatore del Tavolo Tecnico Ministeriale Salute Mentale – rappresenta un importante e concreto passo in avanti per la creazione di una nuova cultura della salute mentale. Certamente i lavori del tavolo ministeriale basati principalmente sull’ascolto e il confronto con diverse realtà in tutto il territorio italiano sulle problematiche della salute mentale hanno rappresentato il fattore abilitante per la costituzione di questo Intergruppo. Il nostro primo passo sarà sottoporre all’Intergruppo gli Hot Points tematici che abbiamo definito, come quello dedicato alla transizione dall’età evolutiva all’età adulta che rappresenta una situazione particolarmente delicata e problematica e che riguarda la salute mentale dei giovani e delle famiglie”.
“Altro punto fondamentale – continua Siracusano – sarà definire la road map per poter aumentare i livelli di investimento nella salute mentale, fermi da oltre 10 anni al 3,5% del FSN. Ho volutamente utilizzato il termine investimento e non finanziamento, dacché è ormai acclarato da numerosi studi scientifici che ogni singolo euro investito in più nella cura e prevenzione della salute mentale produce un ritorno di 4 euro in termini di produttività da parte delle persone che soffrono di disturbi mentali. Inoltre, stiamo affrontando anche la possibilità di sviluppare un’attenzione particolare sulla salute mentale di genere e quindi alla depressione peripartum. Il frutto di questo lavoro confluirà in parte in raccomandazioni e iniziative del ministero della Salute, altre saranno incluse nel Piano nazionale della salute mentale. Stiamo infine definendo anche delle linee guida sulla depressione”.
Per comprendere il fenomeno, occorre partire dai numeri. I disturbi mentali stanno prendendo il sopravvento, superando per incidenza le malattie cardiovascolari, avvicinandosi ai numeri dell’oncologia. Lo dice l’ultimo World Mental Health Day Report, pubblicato da Ipsos, che svela un dato allarmante: per il 45% degli intervistati in 31 Paesi, la salute mentale è oggi la preoccupazione sanitaria più urgente. Rispetto al 2018, questa consapevolezza è cresciuta di 18 punti percentuali, rivelando una pandemia silenziosa che investe ogni angolo del pianeta. Le cifre sono spietate. Ogni anno, la depressione e l’ansia rubano al mondo 12 miliardi di giornate lavorative, con un costo di 1 trilione di dollari. In Italia, questa crisi vale il 4% del PIL, mentre chi ne soffre vede la propria vita accorciarsi di dieci anni. Eppure, le risposte non sembrano essere adeguate.
Il nuovo Intergruppo Parlamentare presentato oggi vuole affrontare la questione con una nuova visione, abbracciando il concetto di One Mental Health, che considera la salute mentale come una questione non solo medica. La salute mentale deve essere concepita come un aspetto fondamentale del benessere dell’individuo, secondo una accezione idonea ad abbracciare tutte le dimensioni della persona: fisica, psicologica, sociale ed economica. Il benessere psicologico non può infatti prescindere dalla capacità di lavorare e di abitare in un ambiente sano, oltre ad avere relazioni sociali appaganti. È essenziale, pertanto, sviluppare modelli di intervento che favoriscano il reinserimento sociale e lavorativo delle persone, con un’attenzione particolare alle politiche abitative e alle politiche attive del lavoro. Centrale, poi, è il superamento dello stigma, spesso alimentato da una narrazione che riduce la persona al “paziente”.
Un’altra è quella di migliorare la transizione dei pazienti dalla neuropsichiatria infantile ai servizi per adulti, spesso compromessa dalla mancanza di continuità e risorse. Le famiglie e le associazioni vanno riconosciute come partner cruciali. Iniziative di psicoeducazione e co-progettazione dei servizi possono garantire un’assistenza più inclusiva e personalizzata. Tra i temi prioritari che verranno approfonditi dall’Intergruppo emergono: maggiori investimenti sui professionisti sanitari; adeguamento dell’offerta assistenziale; maggiori risorse; iniziative di awareness e lotta allo stigma; rafforzamento della medicina di prossimità e del territorio; potenziamento della telemedicina; aggiornamento e formazione continua del personale sanitario; soluzioni per affrontare i casi di doppia diagnosi; superamento delle Rems.
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