Salute 28 Gennaio 2025 15:53

Invecchiamento, il declino cognitivo si contrasta con la riabilitazione multisensoriale

La ricercatrice Arianna Di Stadio propone un'arma segreta contro il declino cognitivo causato dall'età che avanza: la riabilitazione multisensoriale, un approccio innovativo alla prevenzione della perdita delle capacità mentali
Invecchiamento, il declino cognitivo si contrasta con la riabilitazione multisensoriale

“I deficit sensoriali, in particolare vista, udito, olfatto ed equilibrio sono una problematica molto comune: quando si manifesta con il progredire dell’età, se non viene adeguatamente trattata può portare non solo un impatto negativo sul declino cognitivo ma anche peggiorare la qualità di vita di chi ne è affetto. Con l’invecchiamento insorgono problemi di vista come la presbiopia, di udito (presbiacusia), di olfatto (ipo/anosmia) e di equilibrio (presbiastasia). Il decadimento sensoriale è un processo fisiologico legato al trascorre degli anni. Ad oggi però la scienza ha dimostrato che la progressiva perdita dei nostri sensi può influire negativamente sul cervello”. A mettere in guardia sulle conseguenze che l’invecchiamento può avere sulla nostra salute è Arianna Di Stadio, docente del Dipartimento di Salute Mentale e Fisica e Medicina Preventiva all’Università della Campania “Luigi Vanvitelli” e dell’Ucl Queen Square Neurology di Londra. Contemporaneamente, però, la scienziata mostra anche un’arma segreta contro il declino cognitivo causato dall’età che avanza: la riabilitazione multisensoriale, un approccio innovativo alla prevenzione della perdita delle capacità mentali.

Le possibili cause di una neuro-infiammazione

“Differenti studi scientifici – spiega Di Stadio – hanno dimostrato che in presenza di un deficit sensoriale il cervello attua fenomeni di riorganizzazione, re-indirizzando aree deputate ad altre funzioni a divenire di supporto a quelle che sono ‘affaticate’ a causa del deficit sensitivo. Il re-indirizzamento e l’affaticamento delle aree, come ad esempio quella uditiva in presenza di ipoacusia, possono creare una neuro-infiammazione. Nel caso di una neuroinfiammazione positiva, nella quale specifiche cellule del cervello – le cellule della glia – si attivano per ricostruire le connessioni nervose in modo alternativo, questa è un bene. Sfortunatamente, però, l’affaticamento causa una neuro-infiammazione cattiva che induce il deterioramento cerebrale, non solo nell’area deputata alla percezione del senso perduto, ma anche in quelle circostanti.

Le evidenze scientifiche

Un recentissimo studio  pubblicato su Jama-Otolaryngology ha dimostrato che nei pazienti che perdono l’udito, con il progredire del tempo si perdono anche le connessioni nervose deputate a questo senso. Questo accade per tutti i disturbi sensoriali”.  Per la scienziata  “con l’avanzare del tempo e l’invecchiamento, purtroppo, i meccanismi di compenso diventano deficitari e quindi il disturbo diventa cronico. Il senso dell’equilibrio, che coinvolge oltre al cervello molte altre strutture del nostro corpo, come ad esempio gli occhi, viene compensato-sebbene non sempre in maniera più semplice di altri sensi (vista, udito, gusto e olfatto). I deficit sensoriali non trattati possono essere estremamente invalidati. L’assenza di stimolo sensoriale senza compenso crea ovviamente un impatto molto forte sulla capacità del cervello e la qualità della vita della persona e recenti studi hanno anche evidenziato un maggior rischio di decesso nei pazienti con deficit sensoriali multipli”.

L’importanza di preservare l’udito

“Recenti studi scientifici hanno dimostrato che riabilitando l’udito tramite l’utilizzo delle protesi acustiche si può bloccare il decadimento cognitivo. La spiegazione scientifica –  come da me pubblicato sul Journal of Neurological Science nel 2021- è legata alla capacità della riabilitazione uditiva di  stimolare positivamente le cellule gliali, che ricostruiscono  così nuove connessioni nel cervello ed evitano che si atrofizzi  creando poi il declino cognitivo. La vista, quando deficitaria, viene notoriamente corretta con gli occhiali, la stessa cosa però non viene fatta di routine per gli altri disturbi sensoriali. La protesizzazione acustica va fatta tempestivamente, senza attendere di perdere completamente l’udito, e anche deficit medio-lievi anche solo mono-laterali, devono essere corretti perché, sebbene sembrino irrilevanti, impattano negativamente sulle funzioni della memoria”, spiega Di Stadio.

Tutelare il senso dell’olfatto

“L’olfatto, che rappresenta un nostro senso ancestrale, va innanzitutto preservato il più possibile, avendo cura di non trascurare le infiammazioni e le infezioni del naso, evitando le esposizioni dirette ad irritanti e aiutandosi con una sana alimentazione. Quando però ci si rende conto che si inizia a perdere questo senso, occorre immediatamente rivolgersi allo  specialista, che una volta identificata la causa – alle volte è  un sintomo di una malattia degenerativa – indirizzerà il paziente al trattamento adeguato. Il training olfattivo associato, lì dove indicato, a delle molecole anti-neuroinfiammazione come la Pea ultramicronizzata, si è rivelato utile per recuperare l’olfatto. Ovviamente anche in questo caso prima si agisce e meglio è”,  aggiunge.

Prendersi cura del proprio equilibrio

“L’equilibrio, in particolare la presbiastasia – disturbo dell’equilibrio dell’anziano – è in genere causato da deficit muscolari degli arti inferiori e va riabilitato con esercizi di rinforzo ed adeguata fisioterapia lì dove necessario. La riabilitazione dei disturbi sensoriali deve essere considerata una priorità. Proprio per questa ragione sto conducendo con i miei colleghi dell’Ucl Queen Square Neurology uno studio scientifico per comprendere con esattezza la modalità di corretto trattamento dei deficit multi-sensoriali. La tecnologia ci aiuta moltissimo e dobbiamo sfruttarla a nostro beneficio”, conclude.

 

 

 

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