L’età potrebbe giocare un ruolo significativo sull’efficacia e la sicurezza del digiuno intermittente, probabilmente non adatto nella fase adolescenziale. Almeno questo è quanto emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Cell Reports, condotto dagli scienziati della Technical University of Munich (TUM), dell’LMU Hospital Munich e dell’Helmholtz Munich. Studi precedenti hanno dimostrato che il digiuno intermittente può avere diversi benefici. Questo modello dietetico si è rivelato in grado di migliorare il metabolismo, contribuire alla perdita di peso e ridurre il rischio di sviluppare problemi cardiovascolari.
Nell’ambito dello studio, i ricercatori hanno utilizzato modelli murini di giovani, adulti e anziani, a cui è stato privato il cibo per un giorno e poi sono stati nutriti nei due successivi. Dopo dieci settimane, gli scienziati hanno notato un miglioramento nella sensibilità all’insulina nei topi adulti e negli anziani. Gli individui più giovani, invece, hanno mostrato un preoccupante declino della funzionalità delle loro cellule beta, le cellule del pancreas che producono insulina. “Generalmente – afferma Leonardo Matta dell’Helmholtz – si pensa che il digiuno intermittente porti a notevoli benefici per l’organismo. Siamo quindi rimasti molto sorpresi del peggioramento osservato”. I problemi riscontrati dagli studiosi nei giovano riguardavano in particolare la maturazione cellulare.
Gli autori hanno poi confrontato i risultati ottenuti con i dati raccolti da tessuti umani. Nei pazienti con diabete di tipo 1, in cui le cellule beta vengono distrutte a causa di una risposta autoimmune, riportano gli studiosi, i tessuti mostravano segni simili di maturazione cellulare compromessa. Ciò suggerisce che gli effetti negativi osservati nei topi giovani potrebbero essere rappresentativi anche della specie umana. “Il nostro studio conferma che il digiuno intermittente è benefico per gli adulti – conclude Stephan Herzig, professore alla TUM e direttore dell’Istituto per il diabete e il cancro presso l’Helmholtz di Monaco – ma potrebbe comportare dei rischi per bambini e adolescenti. Nei prossimi step, cercheremo di approfondire i meccanismi molecolari alla base di queste osservazioni. Se comprendiamo meglio come promuovere uno sviluppo sano delle cellule beta, si apriranno nuove strade per il trattamento del diabete e il ripristino della produzione di insulina”.
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