Entro cinque anni oltre mezzo miliardo di persone dovrà fare i conti con una disabilità uditiva che necessita di riabilitazione ed oltre un miliardo di giovani sarà a rischio a causa di un’esposizione prolungata a suoni forti come la musica, ma anche i videogiochi. Il tutto con un aggravio sulle casse della Sanità globale di 980 miliardi di dollari all’anno, cifra che comprende sia le spese del settore sanitario (escludendo i dispositivi acustici), che i costi sociali, come il supporto educativo e la perdita di produttività. I dati sono stati diffusi in occasione della World Hearing Day, la Giornata Mondiale dell’Udito, che si celebra il 3 marzo di ogni anno. In Italia le celebrazioni sono state anticipate di qualche giorni con un appuntamento a Montecitorio organizzato, per il decimo anno consecutivo da Udito Italia.
Rappresentanti delle istituzioni, medici specialisti, operatori sanitari, ricercatori, associazioni e imprese, hanno dato vita ad una lunga maratona promossa per sostenere in Italia l’azione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che, negli ultimi anni, ha lanciato un vero e proprio grido d’allarme sulla diffusione dei disturbi uditivi. “Changing Mindsets: empower yourself to make ear an hearing care a reality for all“: esortano gli esperti di Ginevra, chiamando tutti i governi, gli operatori sanitari e la società civile a mobilitarsi per riconoscere l’importanza dell’informazione e della sensibilizzazione sul tema ‘You can take today to ensure good hearing healt througout life’. La diminuita capacità di sentire impatta profondamente nella vita delle persone che perdono la capacità di comunicare con gli altri e nei bambini ritarda la capacità di sviluppare il linguaggio. Ciò provoca frustrazione e isolamento sociale soprattutto negli anziani.
Nonostante i disturbi uditivi siano così diffusi ed esista la possibilità di ricorrere a cure efficaci e convenienti, queste rimangono per lo più inaccessibili e la perdita dell’udito non ancora sufficientemente affrontata. A livello globale, meno del 20% di coloro che potrebbero trarre beneficio dalle cure vi accede. Diagnosi precoce, programmi educativi e tecnologie assistive sono armi fondamentali, tanto che l’Oms stima che il 50% dei casi di ipoacusia potrebbe essere prevenuto attraverso misure di sanità pubblica. Ogni giorno, infatti, milioni di lavoratori sono esposti a situazioni di rischio per l’udito e oltre una certa soglia è necessaria una specifica protezione con otoprotettori.
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