Piani terapeutici, farmacia dei servizi, certificazioni di malattia per le assenze dal lavoro: sono questi i tre punti sui quali si è focalizzata l’audizione di questa mattina del Presidente della FNOMCeO, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo Anelli, presso la Commissione Affari Costituzionali del Senato, sul DDL “Semplificazioni”.
Per quanto riguarda la prescrizione dei farmaci attualmente sottoposti a registro di monitoraggio e piano terapeutico, la FNOMCeO è tornata, ancora una volta, a chiedere una semplificazione delle procedure.
“La proposta – ha specificato Anelli – è che i farmaci sottoposti a piano terapeutico, dopo un anno di monitoraggio dalla prima prescrizione dello specialista del SSN per l’avvio del trattamento, possano essere prescritti, senza ulteriori impegni amministrativi, da tutti i medici anche non operanti nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale, ferme restando le condizioni di rimborsabilità stabilite dall’Agenzia Italiana del Farmaco per ciascuna specialità medicinale”.
“Questo intervento – ha aggiunto – è finalizzato a garantire una maggiore accessibilità alle cure da parte dei pazienti, a ridurre i costi indiretti delle prestazioni sanitarie, a facilitare e semplificare i percorsi di presa in carico, a contribuire alla riduzione delle liste d’attesa e valorizzare la professionalità di tutti i medici italiani. Ciò al fine di un miglioramento in termini di assistenza dei pazienti fragili, garantendo la continuità terapeutica del trattamento, senza necessità di un ulteriore passaggio del paziente allo specialista del SSN”. “Nei fatti – ha chiosato – l’accesso semplificato a terapie appropriate e necessarie avrebbe un rilevante impatto sulla qualità di vita dei pazienti”.
Da qui l’apprezzamento per l’iniziativa dell’Aifa che ha istituito un tavolo tecnico per la revisione delle Note e dei Piani terapeutici, e l’auspicio che esso porti a compimento “un lavoro organico volto a una semplificazione e a uno snellimento della burocrazia”.
A corollario, sempre per agevolare il lavoro prescrittivo dei medici, a beneficio dei cittadini, la richiesta di un’interoperabilità e di una forte cooperazione applicativa tra le piattaforme informatiche nazionali, regionali e aziendali, che oggi dialogano con fatica.
Sulla “Farmacia dei servizi”, la FNOMCeO ritiene che “occorrano regole uniche per tutti i cittadini, al fine di assicurare l’uguaglianza nell’accesso alle cure, la qualità e l’appropriatezza delle prestazioni”.
“Siamo in presenza – ha constatato Anelli – di una vera e propria trasformazione del ruolo delle farmacie nel nostro Paese. Da dispensatori del farmaco le farmacie si stanno trasformando anche in erogatori di prestazioni specialistiche sanitarie nel SSN, ampliando l’offerta degli erogatori grazie anche alla capillare diffusione delle farmacie sul nostro territorio nazionale”.
“L’auspicio è che le Regioni – ha continuato – insieme al Governo e al Parlamento adottino provvedimenti che prevedano le medesime misure e procedure per l’erogazione delle prestazioni a garanzia della loro qualità, sicurezza e appropriatezza sia che questa avvenga nei locali delle farmacie dei servizi così come in quella dei medici e delle strutture specialistiche. Si ritiene necessario intervenire sul testo, specificando che ai fini dell’autorizzazione all’erogazione dei servizi venga accertato per le farmacie il possesso dei requisiti minimi, strutturali, tecnologici e organizzativi stabiliti sulla base dei principi e criteri direttivi previsti dall’articolo 8, comma 4, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502”.
“Perplessità”, inoltre, sull’erogabilità di prestazioni in assenza di una ricetta medica ossia senza la preventiva valutazione o visita di un medico.
“La motivazione – ha spiegato – è facilmente intuibile: questi accertamenti servono al medico per confermare un sospetto diagnostico o eseguire un monitoraggio della malattia, al fine di valutare l’insorgenza di complicanze o malattie correlate”.
Infine, la certificazione per l’assenza da malattia: ad oggi non è possibile, visto il quadro normativo vigente e le disposizioni del Codice di deontologia, constatare lo stato di salute del lavoratore attraverso servizi di telemedicina, come può essere, ad esempio, una videochiamata.
Tuttavia, la FNOMCeO si rende disponibile a valutare, anche in sede di Consulta deontologica, l’inclusione della televisita per la certificazione di malattia per l’incapacità temporanea al lavoro.
Di più: secondo la Federazione, la certificazione medica potrebbe utilmente essere eliminata per le prognosi brevi, quelle da uno a tre giorni. Sarebbe, in quei casi, il lavoratore ad auto-attestare l’assenza per motivi di salute.
“Spesso tali assenze – ha spiegato il Presidente – sono correlate a quadri sintomatologici non verificabili con un esame obiettivo, come mal di testa, insonnia o vertigini”.
“L’auto-attestazione da parte del lavoratore – ha concluso Anelli – di indisponibilità per motivi di salute per i primi tre giorni di malattia dovrebbe diventare realtà anche in Italia. In presenza di un disturbo che il lavoratore ritiene invalidante ma transitorio questi dovrebbe comunicare direttamente all’INPS la propria indisponibilità per motivi di salute con sua esclusiva responsabilità. I medici, in questo modo, verrebbero liberati da numerose incombenze burocratiche, potendo dedicare maggiormente il loro tempo alla cura dei pazienti”.