Un giro vita da top model, in particolare se frutto di un’alimentazione sana, protegge le funzioni cognitive a lungo termine durante la mezza età. A dimostrare la correlazione tra un basso rapporto vita-fianchi nelle donne e il cervello è uno studio dell’Università di Oxford, pubblicato su JAMA Network Open. Gli scienziati hanno analizzato in particolare l’associazione della forma fisica con la connettività dell’ippocampo e la funzione cognitiva nell’invecchiamento. Nell’analisi della dieta sono state coinvolti 512 partecipanti e 664 per l’analisi del rapporto vita-fianchi. La connettività cerebrale strutturale e funzionale è stata valutata mediante una speciale risonanza magnetica funzionale, mentre la funzione cognitiva è stata misurata utilizzando test di memoria di lavoro, funzione esecutiva e fluidità.
“Vi è un crescente corpo di prove che suggerisce che una percentuale sostanziale di demenza può essere prevenuta attraverso la gestione di fattori di rischio modificabili nella mezza età – scrivono gli autori nell’introduzione della ricerca -. In questo quadro, i segni di benessere metabolico subottimale (ad esempio, diabete, obesità, livelli elevati di colesterolo LDL, ipertensione e attività fisica insufficiente) sono stati specificamente individuati come elementi di rischio chiave. Inoltre, una dieta poco variegata è stata identificata come un fattore di rischio rilevante per scarse prestazioni cognitive in età avanzata”, aggiungono gli studiosi, illustrando i presupposti che hanno motivato la loro ricerca.
Alle evidenze già note si aggiungono ora quelle emerse da questo nuovo studio che mostra come una maggiore qualità della dieta durante la mezza età sia associata ad una maggiore connettività funzionale dell’ippocampo e ad una migliore integrità della materia bianca. Inoltre, una dieta più sana durante la mezza età si associa a una migliore memoria di lavoro, funzione esecutiva e prestazioni cognitive complessive. Al contrario un rapporto vita-fianchi più alto nella mezza età è stato associato a una diffusa riduzione dell’integrità della materia bianca. Ed è stato collegato a prestazioni cognitive inferiori. L’associazione tra il rapporto vita-fianchi e il declino cognitivo era parzialmente spiegata dai cambiamenti nella connettività della materia bianca. I risultati suggeriscono che la qualità della dieta e l’obesità addominale sono predittivi della connettività cerebrale e della funzione cognitiva in età avanzata.
“Questi risultati hanno importanti implicazioni per le strategie di prevenzione: migliorare la salute metabolica e la qualità della dieta durante la mezza età è fondamentale per la salute del cervello e la cognizione in età avanzata”, suggeriscono gli autori dello studio, evidenziato quanto la scoperta sia ancora più allarmante “alla luce della pandemia di obesità. Attualmente, circa il 43% degli adulti e il 20% dei bambini in tutto il mondo sono classificati come sovrappeso e questi numeri continuano ad aumentare – spiegano -. Affrontare questa sfida globale richiede un’azione urgente. Le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomandano una dieta equilibrata e un’efficace gestione del peso come strategie chiave per prevenire la demenza”, concludono gli scienziati.
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