Salute 18 Marzo 2025 11:35

Forte divario nell’accesso a cure odontoiatriche, al Sud il 60% delle famiglie rinuncia al dentista

In Italia troppe disuguaglianze nell’accesso alle cure odontoiatriche. Lo segnalano gli esperti della Società Italiana di Parodontologia e Implantologia (SIdP), riuniti a Rimini per il 22esimo congresso internazionale
Forte divario nell’accesso a cure odontoiatriche, al Sud il 60% delle famiglie rinuncia al dentista

La media nazionale delle famiglie che si rivolgono al dentista è del 61%, ma con notevoli differenze geografiche. Emerge, infatti, un forte svantaggio della popolazione del Sud e delle Isole nell’accesso alle cure odontoiatriche: le famiglie del Meridione vanno dal dentista molto meno di quanto facciano quelle del Nord. È quanto evidenzia la ricerca ISTAT sui consumi delle famiglie, nel biennio 2022-2023, rielaborata da Key-Stone, osservatorio di ricerca specializzato nel settore dentale. L’indagine mette in luce che il 60% delle famiglie meridionali non ha accesso alle cure dentali contro il 26% delle famiglie settentrionali e il 34% di quelle che vivono nel Centro Italia. A pesare sulle gravi disuguaglianze macroregionali sono soprattutto le condizioni socio-economiche.

Cairo (SIdP): “Servono più investimenti in sanità pubblica”

“Nel 2023 tra le famiglie non in povertà (assoluta e/o relativa) si registra un tasso di accesso intorno al 69% contro il 16% delle famiglie in condizioni di povertà”, dichiara Francesco Cairo, presidente della Società Italiana di Parodontologia e Implantologia (SIdP), in occasione del congresso internazionale che si è tenuto a Rimini. “Come noto, nel nostro Paese, le cure della salute orale sono a carico delle famiglie, salvo che per una marginale offerta della sanità pubblica che garantisce assistenza solo ai bambini fino a 14 anni e ad alcune categorie di persone in condizioni di particolari vulnerabilità sia dal punto di vista economico che di salute. Sarebbero necessari – continua – più investimenti in sanità pubblica e maggiori interventi di prevenzione a partire dalle scuole: basti pensare che l’attività fisica può ridurre il rischio di problemi di salute orale fino al 28%, oltre a migliorare molte altre malattie croniche sistemiche”.

Le cure orali toccano il benessere psico-fisico

“Il salto per la cura orale potrebbe essere fatto proprio perché tocca il benessere psico-fisico dell’individuo nella sua globalità”, dichiara Silvana Sciarra, presidente emerita della Corte Costituzionale e socia corrispondente dell’Accademia Nazionale dei Lincei. “L’espressione ‘benessere psicofisico’ non è estranea al linguaggio della Corte Costituzionale che usa spesso tale espressione, ad esempio, con riferimento della salute della donna. Più recentemente – continua – il Parlamento ha modificato l’art. 33 della Costituzione, inserendo la promozione del benessere psico-fisico collegato all’attività sportiva. Il mio plauso va all’attività della SidP che, come formazione sociale, si batte per una parità di trattamento nelle cure, suggerendo che si abbattano le differenze territoriali e che si abbia cura dei meno abbienti, perché le disuguaglianze si accentuano laddove c’è povertà”.

Alla Calabria la maglia nera per l’accesso alle cure odontoiatriche

Le differenze tra le regioni nell’accesso delle famiglie alle cure odontoiatriche sono molto nette: si va dall’84% del Trentino Alto Adige, dove si registra la situazione migliore, al 32% della Calabria, dove poco più di un terzo della popolazione si sottopone a cure o controlli odontoiatrici, passando dal 78% della Toscana alle quote molto basse del 37% della Campania e del 36% della Sicilia. “Queste disuguaglianze sono, in parte, attribuibili anche al tasso di scolarizzazione e alla condizione lavorativa”, dice Cairo. “Si osserva che, il tasso di accesso alle cure è nettamente superiore quando il titolo di studio è il diploma o ancora di più la laurea, rispettivamente 69% e 87%. Rispetto alla condizione lavorativa, i tassi più alti si riscontrano tra gli occupati, 71%, e i pensionati, 55%”, conclude.

 

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