La presidente della XII Commissione, De Biasi: “Felici per Fabrizio e per il nostro Ssn che, a volte, fa veri miracoli”
L’emergenza Ebola si è sin da subito imposta all’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni, nazionali ed internazionali.
Poi, l’esperienza italiana: il contagio, la malattia e la guarigione del medico di Emergency Fabrizio Pulvirenti sono stati la cartina al tornasole di un’Italia che, nella gestione dell’emergenza, ha dimostrato vette di eccellenza esemplari. Un modello formativo da esportare che, ancora una volta, non ha lasciato indifferenti le istituzioni. Un’attenzione culminata nell’incontro, avvenuto la scorsa settimana, tra Pulvirenti e la Commissione Igiene e Sanità del Senato. “E’ stato un privilegio poter esprimere il mio punto di vista alla 12° Commissione del Senato – afferma Pulvirenti – Ho vissuto questa malattia in prima persona, da operatore e da paziente. Credo di aver maturato un’esperienza e una visione quasi unica nei riguardi della malattia, di cui ho esposto ai colleghi alcuni aspetti procedurali e epidemiologici”.
Un confronto che trova il plauso della presidente della Commissione Emilia Grazia De Biasi: “Il nostro auspicio è riuscire sempre più a sostenere il lavoro di Emergency e degli operatori sanitari, non solo nei momenti di massima allerta. Al tempo stesso, vorremmo che la sostenibilità del nostro Servizio sanitario nazionale si estendesse a questi casi, non limitandosi a quelli di ordinaria amministrazione. Colgo l’occasione – continua De Biasi – per dire che, innanzitutto, siamo felicissimi per la guarigione del dottor Pulvirenti; ma anche per sottolineare con orgoglio che a guarirlo sia stata una struttura pubblica italiana, l’Istituto Spallanzani. Con tutto il male che si dice della nostra sanità, riflettiamo sul fatto che a volte siamo in grado di fare miracoli.
E perché non si parli più di “miracoli” ma di buona prassi consolidata, l’informazione e la formazione rivestono un ruolo essenziale. Ne sa qualcosa il dottor Pulvirenti: “Questi elementi rappresentano il cardine di ogni buon intervento di sanità pubblica. Sono rimasto colpito, ad esempio, dalla campagna di informazione su Ebola promossa in Sierra Leone, con gigantografie che mostravano le misure di prevenzione per evitare il contagio”.
Al medico di Emergency fa eco la presidente De Biasi: “Abbiamo avuto la prova, ove mai fosse necessaria, che Ebola non arriva con i barconi dei migranti, ma è confinata in West Africa ed è lì che dobbiamo concentrare i nostri sforzi. I finanziamenti sono essenziali, certo, ma serve una marcia in più: la formazione degli operatori e rapporti con i governi locali, per sostenere una svolta che sia anche culturale, e che aiuti a superare quegli elementi di superstizione ancora radicati in quei luoghi, che mettono in pericolo il diritto alla salute di questi popoli. Un diritto che, per essere garantito, non può sottostare al relativismo etico, né conoscere distinzioni di ceto e collocazione geografica”.