Nutri e Previeni 28 Settembre 2017 12:11

Tumori: per contrastare la diffusione un aiuto dal luppolo della birra

Il luppolo della birra sembra avere un’azione di contrasto contro la diffusione dei tumori, in sostanza si tratterebbe di una sorta di “chemioterapico naturale”. Lo rivela uno studio coordinato da Armando Rossello, del dipartimento di Farmacia dell’Università di Pisa, basato sulle proprietà antiangiogeniche di un fitocomposto, lo xantumolo (Xn), un flavonoide presente in discrete percentuali […]

Tumori: per contrastare la diffusione un aiuto dal luppolo della birra

Il luppolo della birra sembra avere un’azione di contrasto contro la diffusione dei tumori, in sostanza si tratterebbe di una sorta di “chemioterapico naturale”. Lo rivela uno studio coordinato da Armando Rossello, del dipartimento di Farmacia dell’Università di Pisa, basato sulle proprietà antiangiogeniche di un fitocomposto, lo xantumolo (Xn), un flavonoide presente in discrete percentuali nel luppolo e nella birra e dotato, si sottolinea, di molte proprietà benefiche.

E’ proprio l’ateneo pisano a darne notizia spiegando che la ricerca ha permesso di scoprire nuove piccole molecole capaci di ridurre la diffusione delle cellule tumorali. Il composto naturale, di per se’ in grado di ridurre l’angiogenesi tumorale, si legge in una nota dell’università, “può ‘affamare’ il tumore inibendo i meccanismi grazie ai quali le cellule tumorali si procurano ossigeno e si diffondono nell’organismo”.

La ricerca è stata svolta in stretta collaborazione con il gruppo di Adriana Albini, direttrice del laboratorio di Biologia vascolare e angiogenesi di MultiMedica e direttore scientifico della Fondazione MultiMedica Onlus, e di Douglas Noonan, dell’Università dell’Insubria di Varese. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista European Journal of Medicinal Chemistry.

Due dei nuovi derivati dello xantumolo brevettati, sono in grado di esercitare un’attività anti-angiogenica ancora maggiore rispetto al principio naturale base dello XN. “Questi nostri risultati – sottolinea Rossello – aprono la strada per lo sviluppo futuro su più ampia scala di analoghi sintetici dello xantumolo da sperimentare come possibili agenti chemiopreventivi efficaci, alternativi e a basso costo”.

“Il passo successivo – conclude Albini – sarà quello di testare i più attivi derivati brevettati del luppolo in modelli cellulari complessi e individuare i principali interruttori molecolari coinvolti nel loro effetto anti-angiogenico e anti-tumorale come possibili bersagli da colpire, sia in approcci terapeutici sia di prevenzione”.

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