All’indomani dell’approvazione della legge di bilancio 2018 da parte del Governo, il portavoce di APM (Alleanza per la Professione Medica), ha incontrato il rappresentate salute delle Regioni e gli ha manifestato la sua preoccupazione per quanto riguarda le risorse che l’Esecutivo ha destinato al Fondo sanitario nazionale.
«Premesso che stiamo parlando di anticipazioni che dovranno trovare conferma nei prossimi giorni, siamo però preoccupati da quanto emerge dalla manovra di bilancio 2018 appena approvata dal Consiglio dei Ministri». A parlare è Antonio Magi, Portavoce di APM (Alleanza per la Professione Medica, l’insieme di sigle che comprende Andi, Anpo, Cimo, Cimop, Fesmed Fimmg, Fimp, Sumai e Sbv) che riferisce in una nota del suo incontro con Antonio Saitta, Presidente della Commissione salute alla Conferenza Stato Regioni.
«Alle Regioni ho fatto una valutazione sulla manovra e sulle anticipazioni che girano secondo le quali sembrano non esserci le risorse necessarie né per il mantenimento, né per il rilancio del Servizio sanitario nazionale. Avendo il Pil avuto un incremento, non si capisce perché parte di questo non possa essere trasferito nella sanità che è il secondo produttore di ricchezza del Paese – precisa Magi -. Inoltre le risorse destinate sembrano essere sufficienti anche per il rinnovo di contratti e convenzioni, nonostante siamo da otto anni in vacanza contrattuale, unica categoria all’interno di tutta la Pubblica Amministrazione».
«Tanto per essere chiari a noi sembra che la mancanza di fondi manifesti una volontà, da parte della politica, di affossare il Ssn. Abbiamo quindi chiesto alle Regioni se hanno intenzione di mettere gli eventuali soldi mancanti, essendo loro, secondo la riforma del Titolo V, le referenti per la sanità dopo il governo. Gli abbiamo inoltre chiesto se hanno un piano strategico, una linea comune oppure se ogni Regione va per conto proprio. Perché noi medici, con il nostro senso di responsabilità, fino ad oggi abbiamo mantenuto il sistema. Vorremmo insomma sapere qual è il nostro futuro perché così non si può più andare avanti. È evidente – ha concluso Magi – che in mancanza di risposte concrete daremo vita ad iniziative di sensibilizzazione di medici e cittadini in ogni territorio».