Il Segretario Generale Sumai-Assoprof Antonio Magi ha illustrato la ricetta della sigla sindacale per evitare che il sistema sanitario si laceri: «Se non agiamo adesso, torneremo indietro di 37 anni»
Rilancio del territorio, maggiore attenzione verso i giovani e riapertura dei tavoli per il rinnovo economico dell’ACN e del CCNL. Questi i tre punti su cui Antonio Magi, Segretario Generale Sumai-Assoprof (Sindacato Unico Medicina Ambulatoriale Italiana), ha focalizzato la sua relazione in occasione della giornata di apertura del 50° Congresso Nazionale della sigla sindacale in corso a Salerno.
«Il sistema sanitario rischia di lacerarsi e mostra sperequazioni sempre più evidenti e pericolose», ha dichiarato Magi, illustrando le proposte del sindacato per evitare che si torni «a 37 anni fa, con un sistema mutualistico e con i fondi sanitari integrativi voluti fortemente e sponsorizzati da alcuni gruppi economici». La ricetta proposta parte dal rilancio del territorio: «Il paziente deve essere preso in carico sul territorio anche in fase acuta nel caso di un previsto ricovero (dove viene precocemente valutato da una equipe composta dal MMG, dallo specialista ambulatoriale e dall’infermiere) entro le 24 ore prima dell’ammissione alla degenza. Successivamente sarà preso in carico in ospedale dallo specialista e l’infermiere ospedaliero per identificarne fabbisogno assistenziale nella fase post-acuta di dimissione», ha spiegato il Segretario.
«Al termine della valutazione si procede alla definizione del Piano di Assistenza Individuale. Elemento imprescindibile per la riuscita del processo è l’attivazione di percorsi clinico-assistenziali per la fase post-acuta di carattere domiciliare (ADI), in strutture residenziali o semiresidenziali (RSA, Centri diurni Alzheimer con letti sollievo etc.) e di Assistenza Domiciliare Ospedaliera (ADO)».
«Ma per facilitare i percorsi assistenziali di integrazione ospedale-territorio – ha aggiunto Magi – bisogna sfruttare le tecnologie informatiche a disposizione per effettuare il monitoraggio e le conseguenti valutazioni clinico assistenziali dei pazienti attraverso la realizzazione di un network di telecomunicazioni che vede coinvolti paziente, MMG, specialista territoriale e ospedale. In questo modo l’assistenza territoriale costituisce un sistema che integra, con i PDTA (Percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali), gli attori dell’assistenza primaria e quelli della specialistica ambulatoriale convenzionata interna, sia territoriale che ospedaliera e, in una prospettiva più ampia, anche le risorse della collettività (welfare di comunità)».
Tuttavia, se «chi va in pensione non verrà sostituito con l’ingresso di nuovi specialisti» l’intero sistema fallirà e la presa in carico dei cronici, dei PDTA, dell’integrazione territorio-ospedale e di tutto il Servizio sanitario nazionale pubblico rischierà di crollare. Dunque secondo il segretario del Sumai Assoprof «non è più rinviabile la riapertura del naturale turnover, e proponiamo alle Regioni e alle Aziende Sanitarie, senza aggravio di spesa, di ricoprire immediatamente i turni resisi vacanti principalmente in quelle branche che oggi risultano carenti, rispetto al fabbisogno, ed avviare così il processo di presa in carico mediante la pronta attivazione dei PDTA per coprire la necessaria attività di tipo prestazionale, riducendo così le liste di attesa».
Una proposta che non peserebbe ulteriormente sulle casse di Stato e Regioni perché «uno specialista convenzionato che va in quiescenza ha un costo medio orario superiore del 40-50% rispetto ad un giovane neo-assunto – ha precisato Magi. Pertanto con il costo di 38 ore di uno specialista che oggi va in pensione si possono attivare, con la stessa copertura economica, circa 60 ore di specialistica assumendo un giovane specialista».
Ultimo ma non per importanza, il rinnovo del contratto: «In questi 8 anni, dall’ultimo rinnovo economico, è diminuito il potere di acquisto di tutti i medici specialisti e odontoiatri e le condizioni di lavoro sono decisamente e inequivocabilmente peggiorate. Attendiamo dunque nella prossima Legge di Stabilità non solo la certezza di tutti i fondi necessari per i rinnovi contrattuali della dirigenza e delle convenzioni, ma anche risposte concrete a partire dallo sblocco del turnover e dalla stabilizzazione dei precari, superando gli attuali contratti anomali e libero-professionali e a tempo determinato», ha concluso Magi.