L’ente Nazionale di Previdenza ed Assistenza dei Medici e degli Odontoiatri i ha organizzato un convegno nazionale in occasione degli 80 anni dalla sua fondazione presso il Palazzo Santa Chiara a Roma. Ad aprire i lavori del convegno nazionale Enpam il Presidente Alberto Oliveti; sono intervenuti, tra gli altri, Micaela Gelera, attuario e Giampiero Malagnino, Vicepresidente vicario […]
L’ente Nazionale di Previdenza ed Assistenza dei Medici e degli Odontoiatri i ha organizzato un convegno nazionale in occasione degli 80 anni dalla sua fondazione presso il Palazzo Santa Chiara a Roma. Ad aprire i lavori del convegno nazionale Enpam il Presidente Alberto Oliveti; sono intervenuti, tra gli altri, Micaela Gelera, attuario e Giampiero Malagnino, Vicepresidente vicario Enpa, Eugenio Occorsio, giornalista economico e Domenico Pimpinella, Direttore generale Enpam e Angelo Piazza, giurista. La conduzione è stata affidata al giornalista del Tg1 Francesco Giorgino.
Come riportato sul sito, L’Enpam paga oggi prestazioni previdenziali per 1 miliardo e mezzo all’anno ai suoi 106mila pensionati e conta ben 362mila iscritti tra medici ed odontoiatri. A loro offre un welfare mirato non solo al bisogno (sussidi in caso di necessità) ma orientato anche a dare certezze durante la vita professionale.
I temi principali affrontati nel corso del convegno Enpam sono stati: welfare, investimenti e riforma del sistema di controllo per le Casse. Si è parlato dell’impossibilità per le Casse di attingere al patrimonio per migliorare il welfare dei propri iscritti o affrontare periodi di criticità, perché la legge prevede che i contributi raccolti debbano essere sempre superiori alle prestazioni pensionistiche erogate; una scelta che, secondo l’attuaria Micaela Gelera, ha avuto un effetto negativo sui più giovani, che ha dichiarato: «Il senso di accumulare un patrimonio tramite contributi è proprio quelli di evitare costi alle generazioni future che non sono a loro imputabili: esattamente quello che accadrà proseguendo su questa strada».
Il convegno è stata l’occasione anche per ipotizzare che il “risparmio” accantonato dai professionisti sanitari potrebbe facilitare l’ingresso nel mondo del lavoro dei giovani, che con i loro contributi pagherebbero le pensioni di chi oggi è in attività. «Abbiamo 15mila laureati in medicina che non riescono a entrare nel Ssn perché non hanno la specializzazione – ha spiegato Giampiero Malagnino, vice presidente vicario di Enpam – e senza nuovi ingressi l’età media di chi oggi è nel sistema è molto alta. Perché non posso fare leva sui miei risparmi previdenziali per pagare le borse di studio di questi colleghi, a patto che lo Stato poi li assuma? In questo modo, rilanciando la sanità, contribuirei a rilanciare il Paese» ribadisce il vice presidente.
La seconda parte del convegno è stata dedicata alle modalità di investimento del patrimonio Enpam, considerato molto sicuro e caratterizzato da una forte componente obbligazionaria. Domenico Pimpinella, direttore generale di Enpam, ha sottolineato la necessità di garantire sicurezza, a partire proprio dalla scelta degli investimenti: «L’obiettivo di questo patrimonio è essere da una parte garanzia del patto generazionale, dall’altro fonte di redditività».
Oggetto del dibattito conclusivo del convegno è stato il controllo sugli enti previdenziali ed il Presidente Alberto Oliveti, ha quindi concluso i lavori dichiarando: Abbiamo un’autonomia limitata, una fiscalità che ci penalizza rispetto agli altri paesi europei e un sistema di vigilanza complesso dovuto a una definizione ibrida delle Casse, che una volta vengono considerate pubbliche e una volta private. Chiediamo autonomia, modernizzazione e semplificazione, non solo nella struttura dei controlli. Ed è necessaria una defiscalizzazione, perché ogni professionista potrà scegliere un domicilio previdenziale in tutta Europa, e le Casse italiane devono potere competere ad armi pari» ha concluso Oliveti.