Bullismo, cyberbullismo e sexting – cyberbullismo a sfondo sessuale – rappresentano una violazione dei diritti umani – stando alla definizione di Action Aid – e sono fenomeni in aumento nel nostro Paese, secondo il rapporto Censis 2016. Dai dati emerge che il 52,7% degli studenti tra 11 e 17 anni nel corso dell’anno ha subito comportamenti offensivi, […]
Bullismo, cyberbullismo e sexting – cyberbullismo a sfondo sessuale – rappresentano una violazione dei diritti umani – stando alla definizione di Action Aid – e sono fenomeni in aumento nel nostro Paese, secondo il rapporto Censis 2016. Dai dati emerge che il 52,7% degli studenti tra 11 e 17 anni nel corso dell’anno ha subito comportamenti offensivi, non riguardosi o violenti da parte dei coetanei. Sulla rete, poi, le ragazze hanno la peggio sui ragazzi. Il cyberbullismo – l’altra faccia della stessa medaglia che fa paura – secondo i dati diffusi dall’Osservatorio Nazionale Adolescenza colpisce 1 adolescente su 10 tra gli 11 e i 13 anni. Le femmine sono ancora le vittime predilette dai cyberbulli (70%) che sono per oltre il 60% di sesso maschile. Quando il cyberbullismo è a sfondo sessuale si parla di sexting e anche qui i dati sono allarmanti: sempre secondo l’Osservatorio, fin dagli 11 anni di età la tendenza degli adolescenti è quella di scattarsi selfie intimi e senza vestiti e inviare le immagini o i video nelle chat. Ciò che desta preoccupazione è l’età dei ragazzi coinvolti, sempre più bassa: sono infatti il 6% dei preadolescenti dagli 11 ai 13 anni, di cui il 70% sono ragazze, che praticano il sexting e circa 1 adolescente su 10, dai 14 ai 19 anni.
«Il bullismo è un fenomeno in continua evoluzione – afferma la professoressa Susanna Esposito, ordinario di Pediatria all’Università degli Studi di Perugia e Presidente dell’Associazione Mondiale per le Malattie Infettive e i Disordini Immunologici, WAidid – i ragazzi non devono essere allarmati ma consapevoli che le loro azioni possono influenzare la vita di un coetaneo durante l’adolescenza, una delle fasi più delicate della vita. Anche i genitori devono fare la loro parte, prestando attenzione all’utilizzo che i figli fanno dei cellulari e dei social. Nonostante ci sia il divieto di iscrizione ai social network prima dei 13 anni di età, infatti, i bambini si aggirano fin da piccolissimi sulle diverse piattaforme social attraverso lo smartphone o il tablet dei genitori. Permettendogli l’accesso nonostante il divieto, i primi ad infrangere le regole sono proprio loro» specifica la dottoressa Esposito. «Gli adolescenti di oggi, e talvolta anche i loro genitori, sembrano in effetti sottovalutare il pericolo e la gravità. Per fortuna oggi esiste una tutela in più con la Legge 29 maggio 2017 n. 71 secondo cui “un minore di almeno 14 anni potrà chiedere, senza l’intervento di un adulto, di oscurare, rimuovere o bloccare i contenuti diffusi in rete al gestore del sito web o ai social network. E se non sarà cancellato entro 48 ore, potrà ricorrere al Garante della privacy».
Tra i centri in Italia che vengono in soccorso delle vittime di bullismo e dei loro genitori, un ruolo importante è svolto dal Centro multidisciplinare sul disagio adolescenziale della Casa Pediatrica Fatebenefratelli a Milano e la Clinica Pediatrica dell’Azienda Ospedaliera-Universitaria di Perugia. «I nostri pazienti hanno dagli 8 ai 16 anni, età che scende anche a quattro o cinque anni per quanto riguarda episodi di bullismo ‘classico’, che non va sulla rete, per intenderci – spiega il professor Luca Bernardo, direttore della Casa Pediatrica Fatebenefratelli -. Quello che manca è un incontro tra famiglie, scuola e istituzioni sul piano della prevenzione. I dati sul bullismo e, in particolare, sul cyberbullismo sono in aumento, questo significa che qualcosa non sta funzionando. Bisogna formare prima di tutto le famiglie e gli insegnanti. Nella metà delle scuole italiane, infatti, si verificano episodi di bullismo o cyberbullismo ogni giorno. La prevenzione e la cura devono essere poi svolti da centri specializzati: come prima cosa incontriamo i genitori per ricostruire la storia, poi parliamo con i ragazzi e infine decidiamo insieme il piano progettuale, spesso svolgiamo attività di gruppo con scuole e lavori pratici di vario tipo» specifica il direttore.
Cosa possono fare i ragazzi che si ritrovano vittime di bullismo e cyberbullismo?
Ecco le 10 regole raccomandate dai pediatri di WAidid per gli adolescenti e i loro genitori: