Previsto un ulteriore calo per il 2014. Dal 2007 al 2013 la spesa è però aumentata dell’1,2 per cento.
Dal 2007 al 2013 il personale dipendente del Servizio Sanitario Nazionale è diminuito, e le previsioni per il 2014, stilate dalla Ragioneria Generale dello Stato, non sono positive.
Secondo il conto annuale 2013 si è passati infatti dalle 682.197 unità operanti nel settore sanitario nell’ormai lontano 2007 alle 670.240 dell’anno scorso. A dire la verità, fino al 2009 il dato era in crescita, visto che il personale sanitario censito nel corso di quell’anno ammontava a 693.716 professionisti. Da allora, crollo (quasi) verticale, con una stima per l’anno in corso di un ulteriore calo di circa lo 0,59 per cento, in base agli ultimi dati disponibili e relativi ai primi nove mesi del 2014. In sette anni il personale SSN è dunque calato di 11.957 unità, in cinque addirittura di 23.476. Dal 2012 al 2013 i posti di lavoro persi sono stati 3.175.
Ciò significa che spendiamo di meno? Assolutamente no. Il totale del costo del personale dipendente ed estraneo all’amministrazione del Servizio Sanitario Nazionale è addirittura aumentato, seppur di poco (l’1,2 per cento): dai 39.027 milioni del 2007 ai 39.487 del 2013. Si tratta di un dato che è comunque in calo rispetto al picco di 41.367 milioni registrato nel 2010. Le risorse utilizzate servono in parte per corrispondere ai lavoratori una retribuzione media lorda al netto degli arretrati di 26.661 milioni di euro, in aumento del 6,4 per cento rispetto al 2007. Le retribuzioni medie annue ammontano invece a 38.589 milioni. Dai dati si legge inoltre una netta predominanza della “quota rosa” in ambito sanitario: i dipendenti sono divisi in questo modo: 438.053 donne e 232.187 uomini. I contratti a tempo determinato sono 27.327 (18.551 donne e 8.776 uomini), mentre 4.242 dipendenti sono a rapporto interinale (2.875 donne e 1.367 uomini).