Una tre giorni con focus sulla cardiologia e su tutte le novità della disciplina. Oltre 3mila partecipanti da ogni parte del mondo. Intervista al Presidente del Congresso, il Professor Leonardo Calò: «Dialogo tra specialisti crea apertura mentale che fa bene a tutte le discipline»
Tre giorni di convegni e incontri. Oltre 3mila rappresentanti del mondo medico provenienti da ogni parte del mondo. Decine di panel e stand delle principali realtà mediche e scientifiche, italiane e non. Sono questi i numeri di PLACE – Platform of Laboratories for Advanced in Cardiac Experience, il summit dedicato alla cardiologia ma con approfondimenti relativi a tutte le branche della medicina. Presidente del Congresso, insieme al Professor Fiorenzo Gaita, è il Professor Leonardo Calò, Direttore UOC Cardiologia del Policlinico Casilino e Professore di Cardiologia dello sport dell’Università degli Studi Foro Italico di Roma.
Presidente, siamo qui in occasione della settima edizione di Place per fare il punto sulla cardiologia e su tanti altri temi. Quali sono le aspettative?
«È un incontro, come dice giustamente lei, fra tanti professionisti anche di specialità diverse. L’idea è stata quella di creare un ‘posto’ dove si possano incontrare cardiologi, medici di medicina generale, medici sportivi, geriatri, internisti, nefrologhi, chirurghi e così via. Credo che la visione unitaria della medicina non ultra-specialistica sia una grande fortuna. Hanno partecipato quasi 3mila persone, ognuno con le sue competenze ed interessi, che si sono incontrate e hanno creato una forma di apertura mentale, un pensiero laterale che fa bene al mondo cardiologico che così non diventa auto-centrico, ma si espande e si apre verso tutte le altre discipline. Viceversa, abbiamo avuto il contributo di persone che si occupano di alimentazione e sport, di reni e quant’altro. Il mondo cardiologico ne ha molto bisogno e ha necessità di avere la testa più aperta verso queste aree».
Uno dei focus che è stato affrontato è il progresso della telemedicina, per la quale il Policlinico Casilino è un’eccellenza. Ce ne può parlare?
«Come dice la parola stessa, la telemedicina è la modalità di gestione a distanza dei malati. Possiamo applicarla in vari settori. In cardiologia, ad esempio, sta esplodendo la possibilità di refertare elettrocardiogrammi a distanza, ma esiste anche la possibilità di gestire, sempre a distanza, malati, soggetti scompensati o che hanno vari tipi di patologie per le quali esistono sensori che in maniera molto semplice, tramite telefoni o tablet, ci trasmettono quotidianamente i loro dati. Tenete conto che al Policlinico Casilino seguiamo quasi 2mila malati per questo tipo di patologie e molti di questi sono pazienti anziani e soprattutto evitiamo quelle condizioni di scompenso acuto semplicemente sistemando la terapia o contattando il paziente telefonicamente. Inoltre molti soggetti hanno la fortuna di poter fare un elettrocardiogramma. Magari al loro domicilio va un operatore o un infermiere, fa un elettrocardiogramma nel caso in cui il paziente non possa essere accompagnato per vari motivi, anche di disagio sociale, e al costo di un ticket ha la refertazione in un minuto. Ciò può avvenire perché l’operatore fa l’elettrocardiogramma, ce lo trasmette, noi lo refertiamo in tempo reale, ritorna indietro e viene stampato. Questo vuol dire che è in atto una semplificazione pazzesca delle cose. Se voi pensate che già in molte farmacie italiane con cui lavoriamo si ha la possibilità di fare un elettrocardiogramma in loco e avere subito una risposta, capite che questa è solo la punta dell’iceberg di un mondo molto, molto interessante, che in futuro darà la possibilità ad ogni persona che voglia fare uno screening o ad una donna in gravidanza che vuole fare un elettrocardiogramma, di farlo con tempi e costi contenuti. È una rivoluzione di cui stiamo vedendo soltanto l’inizio».