Intervista esclusiva a Riccardo Cassi, presidente dei Medici Ospedalieri. Già nella “Alleanza medica” parte ora l’impegno sui turni massacranti di lavoro
Rischia di assottigliarsi sempre più, oggi, quella linea sottile che separa il medico dalle maglie ingarbugliate della burocrazia. Ridefinirne la figura professionale, per rilanciarla e darle nuova linfa nel complesso panorama della sanità italiana, dev’essere ben più che un mantra: un vero e proprio imperativo categorico.
Ma come conciliare la crescente esigenza di autonomia, soprattutto in fase diagnostica e terapeutica, con l’obbligo di ottemperare alle sempre più minuziose disposizioni della P.A.? A queste domande CIMO, la sigla che rappresenta i medici ospedalieri, tenta di dare – attraverso iniziative concrete – delle risposte soddisfacenti. Tra le questioni più calde, anche il problema dei turni di lavoro, spesso massacranti. Alla luce delle pronunce dell’Unione europea sul tema, l’Italia dovrà procedere al più presto ad una riorganizzazione degli orari lavorativi, per non incorrere in sanzioni, mentre già piovono ricorsi da parte dei camici bianchi (come emerge dalla nota congiunta diramata, proprio nelle ultime ore, da CIMO e Consulcesi). Sanità Informazione ha intervistato, proprio su questi punti, il presidente CIMO, Riccardo Cassi.
CIMO è una realtà da sempre accanto ai professionisti del settore. In quali modi si esplica, oggi, questo supporto?
Da tempo siamo impegnati nel rilancio della professione medica. Le riforme attuate alla fine degli anni ’90 hanno esasperato gli aspetti dirigenziali e gestionali del nostro settore, generando una crisi nella definizione della figura del medico oggi. La missione della nostra campagna è, appunto, rilanciare la figura del professionista che tutela la salute dei cittadini e che, anche attraverso un aggiornamento continuo, cerca sempre di dare il meglio secondo “scienza e coscienza”, come insegna il codice deontologico.
Promuovete, quindi, anche iniziative orientate allo sviluppo della professione?
Sì, in quest’ottica ci siamo accostati ad alcune categorie di medici con cui non c’era ancora stato confronto, per coinvolgere tutte le associazioni dei medici dipendenti. Ho trovato molta sintonia con Giacomo Milillo (FIMMG) e con altre realtà, come quella degli specialisti ambulatoriali, dei pediatri, anestesisti e ginecologi, e con i medici dirigenti di FESMED, entrati a far parte della nostra “Alleanza per la professione medica”, cui ad ottobre abbiamo dato vita. Successivamente, hanno aderito anche i medici dell’ospedalità privata e i dentisti. Abbiamo presentato le nostre proposte al ministro Lorenzin – che ci ha ricevuto di recente – anche con riferimento al Patto per la Salute. Speriamo di ottenere buoni risultati, non solo per la categoria ma per i cittadini tutti, che usufruiscono dei nostri servizi.
In questo contesto si inserisce anche il problema dei turni di lavoro massacranti per i medici. Un tema seguito con attenzione da parte delle istituzioni europee a cui l’Italia deve rispondere.
Sì, il rispetto dei turni dell’orario di lavoro è diventato ineludibile dopo l’ingiunzione dell’ Ue. E’ una questione molto delicata, su cui vorremmo ritagliare anche delle norme ad hoc che tengano conto delle peculiarità della nostra professione. Purtroppo Governo e Regioni sono sempre state piuttosto sorde ai nostri appelli, ma al tempo stesso noi dobbiamo tutelare i nostri iscritti. Per questo abbiamo sottoscritto una convenzione con Consulcesi per dar modo ai nostri medici di rivolgersi a chi ha una vasta esperienza sul campo, e ottenere le risposte di cui hanno bisogno. E’ un’opportunità, oltre che per riconoscere il diritto dei singoli, per spingere le istituzioni a sedersi a un tavolo e contrattare l’organizzazione del lavoro con i sindacati medici. Un medico stanco è un medico che rischia di più, e la posta in gioco è la salute dei cittadini.
E Consulcesi mette a disposizione, per ulteriori informazioni, il numero verde 800.189.091 e il sito www.consulcesi.it