Il Vicepresidente della Federazione Ordini dei Farmacisti Italiani conferma ai nostri microfoni la volontà di equiparare il trattamento economico dei farmacisti ospedalieri a quello dei medici: «O si approva legge o ci rivolgeremo ai ricorsi alla magistratura»
Fare in modo che agli specializzandi in Farmacia Ospedaliera venga corrisposta una borsa di studio paragonabile a quella dei medici. È questa la crociata lanciata già da alcuni anni – ma ribadita nel corso del 38esimo convegno SIFO (Società Italiana di Farmacia Ospedaliera) che ha avuto luogo lo scorso 23 novembre a Roma – dal Senatore GAL e Vicepresidente FOFI Luigi D’Ambrosio Lettieri. «È un’ingiustizia che va sanata», ha spiegato dal palco nel corso del suo intervento. Concetto ribadito ai nostri microfoni: «È arrivato il momento di risarcire tutti quei giovani farmacisti che svolgono il loro percorso formativo durante gli anni di specializzazione con un’adeguata borsa di studio».
Il Senatore ricorda ai nostri microfoni la battaglia fatta dai medici proprio per ottenere la borsa di studio garantita da specifiche direttive europee ma non elargita dallo Stato italiano tra gli anni 1978 e 2006: «Dopo 20 anni i camici bianchi italiani hanno vinto finalmente la loro battaglia», e mentre ora i medici specializzandi ricevono correttamente la borsa di studio che spetta loro, chi non l’ha ricevuta in passato «lotta ancora oggi per vedersi riconosciuto un vecchio diritto».
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«Sto portando avanti questa crociata – continua D’Ambrosio Lettieri – insieme ad altri colleghi in Parlamento già dalla scorsa legislatura. Lo scopo è quello di dare ai farmacisti quel che è semplicemente un diritto: essere riconosciuti come operatori specializzandi dell’area sanitaria non medica. Attraverso la borsa di studio i nostri giovani potranno avere legittimazione in un percorso che li porterà a diventare figure rilevanti e importanti del nostro Sistema sanitario nazionale». Tutto sta, però, nell’approvare la proposta di legge che equipara i due trattamenti: «Nel caso in cui questa legge non dovesse passare – avverte il Senatore – evidentemente non avremo alternativa se non quella di rivolgerci a chi in questi anni ha battagliato nelle sedi nazionali ed europee, presso i Tribunali e la Corte di Giustizia, per fare in modo che siano i giudici a fare quel che non fanno i legislatori».