Il sondaggio del sindacato SMI registra però un brusco calo della campagna antinfluenzale
La conferma è arrivata, forte e chiara, dall’Agenzia del farmaco italiana e da quella dell’Unione europea: i vaccini antinfluenzali sono sicuri e le “morti sospette” delle scorse settimane, avvenute in concomitanza con l’inizio della campagna antinfluenzale, sono semplicemente ascrivibili a cause pregresse.
Gli italiani, però, devono aver accusato il colpo e, forse complice la risonanza mediatica del caso, si vaccinano sempre meno. Secondo un’indagine a campione tra i medici di famiglia che il Sindacato Medici Italiani (Smi) ha realizzato per l’ANSA, dopo il recente blocco dei lotti incriminati di vaccino Fluad – l’antinfluenzale prodotto dalla Novartis – in Italia le vaccinazioni hanno avuto in media un calo dell’80%.
Un dato che va però contestualizzato, e che si abbassa al 30% se si prende in considerazione lo stesso periodo dello scorso anno. Va tenuto presente, infatti, che la maggior parte delle Regioni era già arrivata a buon punto con l’immunoterapia prima che scoppiasse il caso. Nel Lazio la battuta d’arresto più pesante, con il 100% di vaccinati in meno dopo la bufera Fluad. Per fortuna, la metà si era già vaccinata tra ottobre e novembre, e si spera in una ripresa entro il 31 dicembre. In Emilia Romagna, invece, il calo è stato solo del 15%, grazie ad una campagna d’informazione capillare. Le principali istituzioni sanitarie continuano a raccomandare, soprattutto alle categorie a rischio come gli anziani, di vaccinarsi contro l’influenza, le cui complicanze causano ogni anno in Italia circa 8.000 decessi, in particolare tra gli over-65.
Inoltre, secondo uno studio condotto dal St. Jude Children’s Research Hospital di Memphis (Usa), il vaccino antinfluenzale presenterebbe benefici ulteriori rispetto a quello, ovvio, di prevenzione della più comune sindrome stagionale. I partecipanti allo studio clinico, infatti, vaccinati contro il ceppo influenzale stagionale H3N2 nel 2010 (epoca in cui sono stati prelevati campioni di sangue per le analisi), hanno sviluppato una forte risposta immunitaria anche contro altri sottotipi influenzali, non presenti in alcuna formulazione vaccinale. La formula antinfluenzale, quindi, potenzierebbe le risposte anticorpali del soggetto e fungerebbe da protezione anche contro nuovi ceppi pandemici – soprattutto di origine aviaria – e relative varianti.